I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità.
(Jean-Paul Sartre)
Convegno Nazionale sulla scrittura.
Milano
Teatro OUT/OFF
La scrittura è vita.
“Scrivere significa vivere” annotò MarinaCvetaeva la poetessa russa dei primi del Novecento.
Da qui il convegno Scrivere è vivere, una giornata di riflessione e di formazione attiva, per approfondire, migliorare, crescere.
Diversi relatori si sono alternati sul palco, alcuni giorni fa, per parlare di scrittura creativa, autobiografica, terapeutica, consapevole e motivazionale, di editing, di web writing e di scrittura per il marketing.
Il teatro – luogo in cui la parola scritta si fa voce e spettacolo – è stato il filo conduttore.
la scrittura ci permette di essere più consapevoli di noi stessi e del mondo, di sviluppare la creatività umana, di cogliere i valori universali, di comunicare e quindi di vivere meglio.
Tra gli esperti in scena:
Davide Tricotti, Duccio Demetrio, Alessandra Perotti, Richard Romagnoli.
Si é parlato dei mezzi necessari a migliorare la propria espressività autoriale, e di come oggi la scrittura sia cambiata.
La scienza ci dice quanto la pratica della scrittura abbia grande impatto sulla memoria (che per i greci era la madre di tutte le arti) e sulla nascita di nuove connessioni neuronali.
Scrittori, giornalisti, blogger, insegnanti, speaker, attori: il convegno – organizzato da Accademia di Scrittura – è stato luogo di apprendimento e crescita.
Come si alza la qualità della comunicazione scritta?
Ci sono tante modalità (allenamento, corsi, ecc.) ma una è imprescindibile: leggere.
La scrittura è letteratura, i libri costruiscono la nostra formazione, ci regalano approfondimenti, svago, sogni e avventure.
La lettura migliora la scrittura, incide sul nostro linguaggio e anche sul pensiero.
I libri ci aprono orizzonti impensabili, inoltre sviluppano il senso critico, l’autoanalisi;
a questo proposito mi viene in mente uno dei consigli del mio saggio papà: “Alessia, non innamorarti mai del tuo lavoro, cerca, vai a fondo, chiediti di più, rileggi i classici, hanno sempre qualcosa da dire, confrontati con i grandi”.
Se non ci confrontiamo come possiamo conoscere il nostro livello?
Tornando all’incontro, posso dire che è stato un viaggio unico.
Ricco di emozioni.
Di cosa parlo quando tiro in ballo le emozioni?
Di energia.
Emozioni, energia in movimento: se vuoi che la gente si ricordi di te dona emozioni.
Regola fondamentale della scrittura è l’essenzialità.
L’essenzilità chiama chiarezza ed equilibrio.
Occorre appellarci alla brevità, al fantasticopunto.
Essere puliti, essere semplici.
Importantissima la fase di revisione.
Una scrittura è forte quando indaga: ricerca dentro te quando scrivi, ma non dimenticare che la nostra storia non è mai solo nostra: siamo parte di una storia incredibile, la storia umana, e possiamo raccontarla.
La narrazione, qualsiasi narrazione, è narrazione di vita.
Abbi il coraggio di uscire dalla torre nella quale ti isoli.
Sporcati le mani.
Formati.
Il talento non basta per scrivere bene.
Il mio suggerimento?
Non scrivere se non hai desiderio, se non hai motivazione;
come sempre ricordo, abbi cura della tua passione.
Chissà cosa si prova ad indossare la maglia rosa del Giro d’Italia a vent’anni, a pedalare così veloce da essere irraggiungibile. La mitica Cuneo-Pinerolo, il primo trionfo al Giro, il record dell’ora stabilito al Vigorelli: sono solo tre momenti speciali di una carriera unica, quella di Fausto Coppi, figura memorabile del ciclismo internazionale e dell’Italia del Novecento.
Nel 2019 il Campionissimo avrebbe compiuto cento anni e la sua regione, le sue strade lo ricordano con un eccezionale calendario di appuntamenti.
“Storia di un Campione. 100 anni di Fausto Coppi”, è il progetto della Regione Piemonte, realizzato dalla Fondazione Circolo dei Lettori e Teatro Stabile di Torino – TeatroNazionale.
Un anno di eventi che, racconta “la storia di un uomo entrato nella storia”;
lo si può immaginare come un giro ciclistico, la partenza non può essere che da Castellania, anzi Castellania Coppi, come è stato ribattezzato il piccolo comune in provincia di Alessandria dove Fausto Coppi nacque e dove stasera si terrà il reading di e con GianLucaFavetto, che, tra parole e musica racconterà l’avventura dell’uomo e dell’atleta: i trionfi e le cadute, le passioni e le sofferenze. “L’hanno chiamato Airone, perché aveva ali al posto delle gambe e, invece di pedalare, volava”. “L’hanno chiamato il Campionissimo, perché meglio di lui nessuno in sella ad una bici. Ma Fausto Coppi era di più, è stato l’Achille e l’Ulisse della bicicletta, colui che ha riempito di sé quella che viene considerata l’età d’oro del ciclismo sportivo”.
Un’età che aveva già i suoi nobili cantori – Dino Buzzati e VascoPratolini, Orio, GuidoVergani e CurzioMalaparte – le cui pagine saranno elemento fondante dello spettacolo.
Dopo Castellania il reading sarà in primanazionale il 26 e 27 luglio al TeatroCarignano di Torino, per poi essere presentato in altre città piemontesi e tornare nel capoluogo a fine novembre.
Domani, un incontro, rivolto alle scuole, in quello che è il secondovertice del triangolo di Piemonte da cui Coppi è partito alla conquista del mondo: NoviLigure.
Su queste strade iniziò a pedalare: in bicicletta consegnava a domicilio i prodotti di una salumeria, ieri si diceva “garzone”, oggi lo chiameremmo “rider”.
A Novi Ligure, Fausto Coppi è ricordato nel Museo dei Campionissimi che condivide con un altro gigante del ciclismo, CostanteGirardengo. Negli spazi del museo sarà ospitato: “Un uomo solo al comando”, il talk curato da Marco Zatterin (vicedirettore di LaStampa) e LucaUbaldeschi (direttore di IlSecolo XIX) in più, convegni e alcune mostre.
La terza tappa di questo giro lungo un secolo, è Tortona; qui Coppi si spense all’alba del 2 gennaio 1960, ucciso dalla malaria contratta il mese precedente in Africa.
A Tortona, la mostra fotografica “Fausto Coppi. La grandezza del mito” (dal 17 maggio a PalazzoGuidobono) e l’evento “Ricordando Fausto cent’anni dopo” (a ottobre).
Castellania, Novi Ligure e Tortona saranno unite domenica 30 giugno da La Mitica, la ciclostorica con biciclette d’epoca e atmosfere vintage.
Se i “colli di Coppi” sono quelli che ondulano il Piemontesud orientale, una delle imprese più memorabili della sua carriera si è consumata a occidente, sulle montagne che fanno da cerniera tra Italia e Francia.
Il 10 giugno 1949, il Giro d’Italia prevedeva la sua diciassettesima e terz’ultima tappa: la Cuneo-Pinerolo. Ancora in lacrime per la tragedia di Superga, il Paese fu consolato dallo sbalorditivo volo dell’Airone.
Poco dopo la partenza, Coppi andò in fuga.
Tagliò il traguardo con quasi dodici minuti di vantaggio sul secondo in classifica, un certo GinoBartali. Quel giorno, complice la radiocronaca di MarioFerretti, nacque la leggenda: “Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”. Il 23 maggio la dodicesima tappa dell’edizione 102 sarà la Cuneo-Pinerolo. Il Giro d’Italia ricorderà i 100 anni di Fausto Coppi fin dal giorno precedente, con l’arrivo a Novi Ligure; il Giro Rosa, il 5 luglio prenderà il via con la cronometro a squadre Cassano Spinola–Castellania, legando il paese in cui morì Girardengo a CasaCoppi.
Diversi eventi si sono già tenuti a marzo al Palazzo Monferrato di Alessandria e al Circolodei lettori diTorino (che chiuderà il suo ciclo di appuntamenti con “Coppi. L’ultimo mistero”, incontro con il giornalista PaoloViberti e AdrianoLaiolo, scrittore, sportivo, amico di Coppi). La mappa si estende fino alla Liguria e comprende decine di altre proposte: tra sport e spettacolo, libri ed enogastronomia (i colli di Coppi sono anche quelli del Gavi e del Dolcetto), targhe celebrative, folder filatelici e numismatici, memoria e intrattenimento, culminando in una serie di iniziative concentrate attorno al 15 settembre, data ufficiale del centenario.
Presto sarà terminato a Castellania Coppi “L’ultimo chilometro”, il murales di 450 metri quadrati che si estende sulla Strada Provinciale 135. L’opera è realizzata da RiccardoGuasco, illustratore e pittore e già accoglie i tanti cicloamatori che pedalano sulle strade del Campionissimo.
Dietro ogni curva si nasconde un nuovo orizzonte, in cima ad ogni salita si schiude un diversopaesaggio, al termine dell’ultimo chilometro c’è un traguardo da superare:
lo sapeva bene l’uomo solo al comando e sempre in fuga.
Francesco Arena – Jean Bedez – Hans Bellmer – Elisabetta Benassi – Gerard Bérebby – Elvio Chiricozzi – Jan Fabre – Sophie Ko – Damien MacDonald – Maud Maffei – Simone Pellegrini – Cécile Reims – Pietro Ruffo – Delphine Valli – Antonello Viola.
Novecento, San Marco 2683/84, Venezia
10 maggio – 8 luglio 2019
“I progetti migliori di un artista sono quelli non realizzati.”Jan Fabre
Una mostra che mette in scena le utopie degli artisti, i sogni di opere che non vedranno la luce o destinate per loro costituzione a trattare il tema dell’incompiuto.
L’anima più nascosta e preziosa del pensiero creativo.
Una dimora suggestiva e intima nel cuore di Venezia, lontana dalla folla e dai consueti itinerari, che svela le sue meraviglie e suoi segreti poco alla volta, accogliendo i visitatori in saloni eclettici, tra tessuti preziosi, arredi etnici e richiami che rimandano allo stile unico di Mariano Fortuny.
Su questi elementi nasce “Looking for Utopia“, progettoespositivo patrocinato dall’Institut Français e curato da Bianca Cerrina Feroni e Melania Rossi, che lavorano per dar vita ad un percorso che si snoda attraverso gli spazi comuni del piano terra e del piano nobile di Novecento. Una mostra composta quasi integralmente da inediti, che permette di accedere ad uno degli interni più autentici e di carattere della laguna.
Disegni,collage, fotografie,maquettee piccoli bozzetti scultorei sono alcuni dei mezzi di cui gli artisti selezionati per la mostra si sono serviti per “fermare” e “formare” un’idea.
Ilfil rougeche lega i lavori in mostra è l’aspettoprogettuale e l’ispirazione che precede la genesi delle opere, il mondo parallelo in cui queste hanno il grado massimo di sublimazione: la non concretezza, l’idea pura e libera perché ancora appartenente all’universo delle infinitepossibilità della fantasia.
In questa mostra si collocano anche alcuni lavori finiti che declinano il tema utopico nelle sfide della contemporaneità: i confini, le migrazioni, la trasmissione del sapere, la fugacità delle immagini nell’epoca dell’istantaneità.
Un piccolo nucleo di opere moderne provenienti da collezioni private amplia l’orizzonte di riflessione e crea un ponte tra le rivoluzioni culturali del ‘900 e i giorni nostri.
Lo slancio alla base di questi progetti mostra la possibilità e l’impossibilità di una nuova relazione con il mondo. Luoghi in cui riflettere sulla società in piena ridefinizione, che danno impulso all’azione e al confronto con la realtà per immaginare nuovestrade.
L’Art Forum WürthCapena organizzerà una giornata dedicata al fotografo FrançoisMeyer, creatore della collezione “ArtFaces” protagonista dell’evento:
Ritratti d’artista nella Collezione Würth.
Meyer, spinto dalla curiosità nei confronti della persona che si cela dietro un’opera d’arte, intraprende nel 1975 l’ambizioso progetto di realizzare foto di ritratti d’artista;
lacollezioneviene dimenticata in un cassetto fino al 1998, quando Meyer, insieme allamoglie Jacqueline, decide di acquistare i ritratti di altri fotografi dando vita ad una raccolta, entrata poi a far parte della Collezione Würth: più di 240 fotografie, 42 diversi autori, alcuni dei quali tra i maggiori del XX secolo.
In mostra una selezione di oltre 100 fotografie accompagnata da alcune opere originali di artisti come Jean-MichelBasquiat, AndyWarhol, Max Ernst, Jean Arp, Salvador Dalí, David Hockney, Keith Haring, RoyLichtenstein, SamFrancis.
La giornata inizierà con un intervento dell’artista sulla nascita della collezione, a seguire, un workshop fotografico.
Si potrà sperimentare un uso creativo della fotocamera del proprio smartphone, per realizzare foto ritratto all’aperto o scegliendo un set all’interno delle sale espositive.
Le fotografie scattate saranno stampate e costituiranno la base per realizzarne delle sintesi grafiche ispirandosi alle opere degli artisti presenti in mostra.
François cresce in una famiglia con il forte interesse verso l’artecontemporanea: suo padre, attivo collezionista di opere, trasmette al figlio il gusto e il rispetto dell’arte.
Meyer jr. studia fotografia nella famosa scuola Boissonas di Ginevra e si specializza nella fotografia artistica.
Lavora per riviste quali L’oeil, Connaisance DesArts, ArchitecturalDigest ed Elle Decor, quando decide di ritrarre gli artisti nel loro studio esplorando il vincolo tra persona e opera.
Tutto pronto per la seconda edizione di NapoliCittàLibro dal 4 al 7 aprile:
120 appuntamenti, 350 ospiti, 115 espositori in rappresentanza di 160 sigle editoriali da tutta Italia.
Un’identità polo di progresso intellettuale e studio, una città marittima aperta a tutte le culture e le provenienze, un obiettivo, ribadire la cittadinanza senza confini per i libri e la lettura, unendo il patrimonio artistico e storico alla creatività.
NapoliCittàLibro, il Salone del Libro e dell’Editoria di Napoli torna e porta i libri a Castel Sant’Elmo, la fortezza Patrimonio mondiale UNESCO che da oltre sei secoli veglia sull’attività del Golfo di Napoli e sull’evoluzione della città.
NapoliCittàLibro ha scelto quest’anno il tema Approdi.
La cultura è un portosicuro: si riafferma come àncora per la comprensione del presente e come riparo dalle tempeste della disinformazione e dai moderni canti di Sirena.
Gli ambulacri del castello ospitano gli espositori e gli appuntamenti:
intorno all’Auditorium centrale, la Rosa dei venti, si sviluppano le tre sale Levante, Ponente e Libeccio, spazi raccolti in cui la contemporaneità del panorama editoriale dialoga con l’atmosfera e le suggestioni che il luogo emana.
Il programma è articolato in sezioni: Àncore, sull’attualità e la società, Sirene, dedicata sia alla figura mitologica che al significato simbolico di voci ingannevoli; Un’ora con… conferenze, presentazioni e dibattiti con diversi personaggi: Pippo Baudo, Raffaele La Capria, Francesco Piccolo, Sandra Savaglio, Michele Serra e altri.
Rotta su Napoli, riservata a storie e protagonisti della città e della napoletanità, con, un nome tra molti, Renzo Arbore.
Le lingue della letteratura, sarà invece un format dedicato al rapporto fra linguaggio e traduzione.
NapoliCittàLibro prevede inoltre, il convegno Libri e lettura per l’inclusione sociale, l’incontro Le iniziativeeuropee a sostegno del libro tra presente e futuro, incentivi ed opportunità per gli editori, grazie alla Federation of European Publishers (FEP), il seminario per aspiranti librai Il valore dell’assortimento, la presentazione del torneo letterario Io Scrittore e della nuova serie tv Food Wizard.
NapoliCittàLibro è promossa dall’Associazione Liber@Arte, in partnership con Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali – Polo Museale della Campania, Castel Sant’Elmo e Museo Novecento a Napoli, Regione Campania, Centro per il libro e la lettura, AIE –Associazione Italiana Editori, Intesa Sanpaolo, Unione Industriali Napoli, Ordine nazionale dei giornalisti, Giri di parole. Con il patrocinio di: Aeroporto Internazionale di Napoli, Unione Cristiana Imprenditori dirigenti, E.A.V.,Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, PegasoUniversità Telematica, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, AIB – Associazione Italiana Biblioteche, Scabec – società campana beni culturali, Comune di Napoli – Municipalità 5. Media partner: Rai.
Hap® é l’inalatore di vapore tecnologicamente più evoluto sul mercato internazionale, permette l’assunzione di erbe con un dosaggio preciso e controllato senza combustione. Portatile, semplice, facile da usare, non ha bisogno di pulizia grazie all’innovativo sistema di bustine sigillate hapac®;
l’idea prende vita a Londra grazie al progetto di Mark Waterfield, Simon Rucker e Domenico Ventura.
Come nascono l’inalatore hap® e le bustine hapac®?
Da 3 amici/colleghi – che hanno lavorato per molti anni insieme. Nella fase di ideazione, al centro delle nostre discussioni, c’era la seguente domanda:
“Perché un erba naturale che ha degli effetti benefici viene fumata?”
Il fumo rilascia numerose sostanze nocive, con la vaporizzazione si scalda e non si brucia, si conserva inoltre la maggior parte dei principi attivi e benefici dell’erba.
In cosa si differenzia hap® dagli altri inalatori presenti sul mercato?
L’inalatore hap® si usa con le bustine hapac® brevettate per un dosaggio preciso e controllato. È facile e comodo da usare. Grazie all’utilizzo delle bustine pronte, sigillate, non c’e’ bisogno di una complicata preparazione e l’inalatore rimane sempre pulito dopo l’uso. Una volta terminata la bustina hapac® si può buttarla nell’umido: environmentally super-friendly, soprattutto in confronto alle sigarette elettroniche contenenti il liquido concentrato al CBD.
Come hap® può incidere sul benessere dei consumatori di erbe naturali?
Innanzitutto non essendoci combustione, il consumatore non è esposto alla tossicità del fumo. Il dosaggio permette una precisa posologia. L’erba non brucia, così la biodisponibilità è massima; in sostanza, la fruizione è ottimizzata per l’utilizzatore, niente ‘va in fumo’.
Cosa crede si possa fare ancora per migliorare hap® e hapac®?
Per ora il feedback ottenuto dai nostri clienti e da coloro ai quali abbiamo mostrato il funzionamento e l’uso di hap® e hapac® è positivo: il nostro sistema è innovativo; continueremo a lavorare per migliorare: per esempio, vorremmo rendere ancora più facile e intuitivo il caricamento delle bustine hapac®.
Perché”hap®”, cosa rappresenta la scelta di questo nome?
Hapac® è il nostro ‘technology brand’ = herb and paper anti combustion; hap® è quello che noi chiamiamo il ‘consumer brand’, più facile da ricordare e semplice da associare a “happy” un dispensatoredifelicità.
Che temperatura raggiungehap®durante l’uso?
La temperatura del fornetto del vaporizzatore hap® non supera i 225 gradi centigradi, quindi al di sotto del punto di combustione. La temperatura ottimale media per la Cannabis è compresa tra i 180° e i 210°C.
C’è un target specifico a cui hap® si rivolge?
I consumatori di cannabis light, donne e uomini dai 25 anni in su che desiderano rilassarsi senza lo stress della preparazione e della pulizia del vaporizzatore.
Parlatemi di voi tre, chi sono gli ideatori di hap® e come mai avete dato vita alla vostra start up?
Mark Waterfield e Simon Rucker, inglesi ed io Domenico “Dom” Ventura, italiano. Ci accomuna la nostra carriera professionale per una grande società del tabacco. Io e Simon abbiamo lavorato su progetti di ‘next generation products’ e Mark era il mio capo. Insomma un’intreccio di incontri: sembra quasi fosse nel nostro destino ritrovarci nel 2016 dopo alcuni anni, per dar vita a ‘LibertyHerbalTechnologies’, la nostra società, proprietaria dei marchi hap® e del brevetto di hapac®. Io e Simon siamo complementari, lui esperto di ‘product design’ io di marketing & branding. Mark è il nostro faro, illumina le vie da seguire. Non nascondo che abbiamo avuto momenti di duro confronto ma ne siamo sempre usciti con una stretta di mano e la volontà di imparare dai nostri errori.
La possibilità di controllare la temperatura all’interno del fornetto di hap® cosa comporta?
La temperatura del fornetto può variare a seconda della quantità di vapore che si desidera ottenere. Noi consigliamo per il primo utilizzo, soprattutto se non si è abituati alla vaporizzazione, di fissare la temperatura di hap® a 210-220 gradi per ottenere un’esperienza di gusto e sapore soddisfacente. In seguito il consumatore può regolare la temperatura fino a 190 gradi ottenendo una più lunga durata della bustina hapac®. Al di sotto di questa temperatura il vapore sarebbe troppo sottile e si sentirebbe poco sapore.
Si può utilizzare il vaporizzatore quando è in carica?
È possibile. Ne approfitto per ricordare che si consiglia una carica di due ore antecedentemente al primo utilizzo.
Come si capisce quando una bustina è terminata e deve essere sostituita?
Dopo circa 12-15 tiri, a seconda dalla temperatura impostata, si comincerà a sentire poco sapore di erba e un po’ di sapore di carta. A quel punto si raccomanda di spegnere hap® e estrarre la bustina hapac®. Attenzione, il fornetto è caldo, per questo è stata ideata la linguetta della bustina hapac® che deve essere tenuta fuori dal fornetto per una facile estrazione dopo l’uso.
Se si dimentica il vaporizzatore acceso cosa succede?
Hap® ha delle funzioni‘intelligenti’ al suo interno. Tra queste, quella di spegnimento automatico dopo 8 minuti se non utilizzato. Inoltre la temperatura del fornetto diminuisce se si lascia hap® fermo, questo è un vantaggio per la batteria.
È possibile pulire il vaporizzatore (in caso si usi erba light sfusa) senza utilizzare alcuna sostanza, solo con gli accessori in dotazione?
Il vaporizzatore hap® dovrebbe essere utilizzato esclusivamente con le bustine hap®; in caso si utilizzasse con erba light sfusa è importante pulire subito dopo l’uso il fornetto e il canale da dove passa il vapore tra il fornetto e il beccuccio. Si consiglia di utilizzare gli scovolini in dotazione imbevuti con Alcohol Isopropilico (Alcohol Bianco) che si trova in alcune farmacie specializzate.
Se si usa erba sfusa è necessario farlo con la griglia del fornetto inserita; la griglia è indispensabile anche con le vostre bustine?
La griglia è necessaria per fare in modo che l’erba sfusa non cada nel canale del vapore. Se si usa hap® con le bustine hapac® non è necessario usare la griglia.
Cosa fare se si ha una sensazione di irritazione alla gola?
Rispetto alla vaporizzazione di erba sfusa le bustine hapac® funzionano come un filtro di sigaretta.
L’irritazione è normalmente causata dalla nicotina, non essendoci tabacco nelle bustine hapac® non si dovrebbe provare alcun fastidio; in caso di irritazione comunque, smettete semplicemente di vaporizzare.
Quali sono i vantaggi principali derivanti dalla mancanza di combustione nell’uso di hap®?
Le bustine di hapac® sono state analizzate da laboratori tossicologici indipendenti e producono emissioni bassissime durante l’uso. I risultati delle analisi mostrano emissioni di Composti Organici Volatili (COV) equivalenti all’ “esposizione ambientale”
Quali sono, se ci sono, le controindicazioni di hap®?
L’eccessivo utilizzo di hap® con erba sfusa potrebbe danneggiare il dispositivo e il suo corretto funzionamento. Da non utilizzare con ‘erba illegale’ – solo cannabis light o quella prescritta dal proprio medico.
Quanti e quali studi sono stati condotti per poter giungere ad hap®?
Sono stati svolti due tests delle bustine hapac® usate con i vaporizzatori hap® per misurare le emissioni di sostanze tossiche e i livelli di COV da due laboratori di analisi tossicologiche inglesi – Bibra, Hallanalytical nel 2016, 2017 e 2018.
Sui vaporizzatori hap® ci sono diversi controlli di qualità nel luogo di produzione prima della spedizione in Italia.
Come vede il futuro della marijuana ad uso terapeutico. Cosa si può fare ancora?
Il processo dovrebbe essere accelerato poichè questa pianta naturale ha degli effetti benefici sul nostro corpo per curare malattie croniche e/o specifiche. La ricerca è fondamentale per chiarire ogni dubbio, identificare i vari tipi di erbe e il dosaggio corretto, il contenuto di THC/CBD e di tutti gli altri cannabinoidi adatti per le cure di condizioni specifiche; nel frattempo, i consumatori dovrebbero riconsiderare la propria somministrazione, abbandonare la combustione e passare alla vaporizzazione per un effetto veloce, con massima disponibilità e con rischio ridotto.
Se lo fanno utilizzando hap® e hapac® avranno in più il giusto dosaggio, l’uso facile e comodo, la pulizia e la discrezione.
EnricoMentana ha incontrato gli studenti della Statale di Milano per raccontare la nascente realtà editoriale di OPEN.
In rete dal 18 dicembre, il nuovo giornale sarà diretto da Massimo Corcioneeditorialista diTorreSette, già collaboratore di Mentana al TG5 e managing director di Sky Sport. Faranno inoltre parte di Open, Serena Danna (vicedirettrice di Vanity Fair con delega allo sviluppo digitale), Sara Menafra (ex Messaggero), il debunker David Puente, FrancescaMartelli, giornalista e videomaker (Tagadà su La7 e Fatto Quotidiano); Alessandro Parodi, che ha scritto di comunicazione politica ed è stato Periscope Manager, Angela Gennaro, in precedenza al Fatto Quotidiano, e Salvatore Fronterrè.
In redazione inoltre, come da progetto, alcuni giovanigiornalisti.
Un’avventura, una “battaglia” partita via social la scorsa estate con questo post
Mentana durante la mattinata ha elargito informazioni e regalato spunti di riflessione.
(Guarda video)
Ironico, senza peli sulla lingua, non ha usato un tono dottorale ma ha parlato in modo chiaro, appassionato e diretto, ha coinvolto i presenti che non hanno lesinato domande specifice e semplici curiosità.
(Guarda video)
In bocca al lupo dunque e che i fatti siano la spina dorsale di Open!
Banksy artista e writer dall’identità sconosciuta, sorprendente genio della comunicazione, esponente della street art contemporanea, non usa Facebook (una delle ragioni per cui mi piace) però é su Instagram;
autore tra l’altro, dell’iconica “Girl with Balloon” che nascondeva un marchingegno all’interno della cornice, il quale, azionato al termine della Contemporary Art evening sale di Sotheby’s, ha arricchito la storia dell’opera: appena aggiudicata, la creazione, seppur parzialmente distrutta, ha raddoppiato il suo valore.
Nuovo nome: “Love is in the Bin“.
Al fenomenale burlone di Bristol, amante della satira, artefice di eventi mediatici che con ogni azione, sempre inaspettata, fa notizia, il mercato non interessa;
lo sbeffeggia, criticando ogni forma di commercio legata all’arte, ma lui interessa molto al mercato (le quotazioni dei suoi lavori oggi sono altissime).
Banksy tratta argomenti universali come la politica, la cultura e l’etica, usando spesso figure di bambini per rendere più incisivi i suoi pensieri.
In questi giorni – la prima volta per un museo pubblico italiano – il Mudec di Milano ospita una mostra, ovviamente non autorizzata, dei suoi lavori, conferendogli un posto ufficiale nel panorama dell’arte contemporanea.
In via Tortona, negli spazi del Museo delle culture, poco lontano dal Naviglio Grande, potrete nutrire la vostra curiosità grazie ad un documentario sulla vita del misterioso personaggio (realizzato da “Butterfly Art News” una coppia di collezionisti che segue Banksy da vent’anni), proseguendo, assisterete alle proiezioni dei suoi murales sparsi in tutto il mondo, potrete osservare da vicino 80 opere tra dipinti, prints, memorabilia, fotografie, litografie, copertine di vinili e cd musicali: api, topi, militari, Neanderthaliani, l’immagine modificata (con due banane) di “Pulp fiction”, i cani di Keith Haring e di Jeff Koons, tenuti al guinzaglio da persone diverse, “Love is in the air” il contestatore dal volto coperto che lancia fiori, il poliziotto con la faccia di smile, la bimba vietnamita investita dal napalm che tiene le mani a Topolino e al pagliaccio di McDonald’s, la serigrafia gemella della “Ragazza col palloncino rosso”.
Tre i temi principali in cui è suddivisa l’esposizione curata da Gianni Mercurio: la ribellione, i giochi di guerra e il consumismo.
Una retrospettiva ricca di provocazioni, ribellioni e contraddizioni del misterioso artista, conosciuto eppure anonimo, fuori dai vicoli e dalla strada che tanto ama.
Fino al 14 aprile 2019.
(Guarda video)
“Mi piace pensare di avere il fegato di resistere in maniera anonima in una democrazia occidentale e pretendere cose a cui nessuno crede più – come pace, giustizia e libertà“. Banksy
Marcare una continuità di intenti, sottolineare la forza di una tradizione, promuovere autori e libri italiani in Russia: è con questi obiettivi che da domani, mercoledì 28 novembre a domenica 2 dicembrel’Italia torna a Mosca come Paese Ospite d’onore alla XX edizione dellaNon/Fiction International Book Fairdopo aver preso parte allaMoscow International Book Fairnel settembre 2011.
Un impegno che si inserisce nel virtuoso percorso di valorizzazione della cultura e dell’industria editoriale del nostro Paese – già Ospite d’Onore aParigi(2002),Rio De Janeiro(2003),Guadalajara(2008),Montreuil(2009),Mosca(2011),Calcutta(2012),Abu Dhabi(2016) eTehran(2017) – reso possibile grazie all’adesione di tutte le istituzioni coinvolte: ilMinistero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Ambasciata d’Italia a Mosca, ilMinistero dello Sviluppo Economico, ilMinistero per i Beni e le Attività Culturali,l’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, ilCentro per il libro e la lettura,l’AIE-Associazione Italiana Editoriela media partnership della RAI – Radiotelevisione Italiana.
La vivace atmosfera della Central House of Artists, sede della fiera, ospiterà gli appuntamenti del programma italiano, promosso dalCentro per il libroe la letturae definito di concerto con l’Ambasciata d’Italiaa Moscael’Istituto Italiano di Culturadi Mosca. A fare datrait d’uniondelle iniziative sarà il tema guidaProspettiva Italia, un nome che richiama le grandi arterie stradali delle metropoli russe e omaggia la nostratradizione artistica,evocata dall’accenno alla tecnica prospettica.
Un coinvolgimento su più livelli che segna un ulteriore passo avanti nella solida collaborazione tra Italia e Russia e non trascura nessun aspetto, come testimoniano i 29 editori presenti negli spazi del Padiglione Italia, realizzato dall’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italianesu una superficie di 160 mq, tra lospazio B2B, riservato all’incontro con gli operatori professionali, e l’area libreriagestita daTorgoviy Dom Knigi Moskva, con una selezione di circa2000 volumitra opere in lingua originale e in traduzione russa, con particolare attenzione alla presenza dei libri degli autori invitati.
Presenti alcuni autori italiani contemporanei, tra i quali: EdoardoNesi, RobertoPazzi, FrancescoPiccolo, BeppeSevergnini e alcuni esponenti istituzionali, che daranno vita ad appassionanti incontri, reading e dialoghi su temi attuali e coinvolgenti.
Unmagazinein carne, ossa e libri composto da “rubriche” che diventano il punto di osservazione privilegiato dal quale scorgere caratteristiche e interpreti della nostra produzione letteraria e culturale, in dialogo con le eccellenze locali. Prospettiva Italiaporterà il pubblico alla scoperta del “giallo contemporaneo” (Grand Tour Giallo), svelerà aspetti della scrittura attraverso la testimonianza di autrici dell’ultima stagione (Scrivere è…) e racconterà alcune delle tanteMeraviglie d’Italiafiltrate attraverso le parole chiave: mare,gente, ciboe storia.
Si esploreranno gli incroci tra letteratura, cinema, tv e arte (Crossover) e verranno dedicati focus all’editoria per ragazzi (Germogli di lettura) e alla valorizzazione della parola, strumento di scambio culturale e fonte di crescita personale (Dalla parte della lettura).
A completare il programma, duemostre: il reportage fotograficoDov’è Elena Ferrante. Il rione, luogo della letteratura mondiale, prodotto dall’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, in cui le 40 fotografie di Ottavio Sellitti guideranno lo sguardo dei visitatori verso i luoghi simbolo deL’amica geniale, ambientato a Napoli, eIllustrazione per ragazzi: Eccellenze italiane, esposizione collettivache raccoglie 60 opere di 18 tra i più talentuosi e conosciuti illustratori realizzata dall’Istituto Italiano di Cultura insieme a BolognaFiere e il sostegno della Regione Emilia-Romagna e della Russian State Children’s Library.
Occasione di incontro e fucina di idee e innovazione, laNon/Fiction International Book Fairrappresenta il luogo adatto in cuiesplorare i tanti scenari aperti dal confronto culturale tra Russia e Italia, dimostrando di essere il segno tangibile di quella continuità di visione e unità di intenti che – anchein prospettiva– arricchisce lo scambio editoriale tra i due Paesi. A testimonianza della grande attenzione riservata alla partecipazione italiana, la rivista letteraria russa “Inostrannaja Literatura” (Letteratura straniera) pubblica un numero speciale dal titolo “Fiabe sull’Italia”. Due numeri speciali della rivista “Iskusstvo” (Arte) sono dedicati, prendendo le mosse dal titolo del romanzo di Calvino “Le città invisibili”, ad alcuni luoghi italiani poco conosciuti e con interessanti storie da svelare ai lettori russi.
Le immagini della mostra: “L’archivio Marubi. Il rituale fotografico”, conservano la memoria di oltre un secolo di vissuto albanese.
Si tratta di una parte del patrimonio fotografico del Museo Marubi, primo museo di fotografia in Albania, che dal 16 novembre al 9 dicembre 2018 presenta alla Triennale di Milano un’esposizione nata dalla collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea e la Triennale stessa.
Il Museo Marubi, inaugurato nel 2016, accoglie un archivio di oltre 500 mila negativi che ritraggono famiglie, cittadini, militari, politici e commercianti, eventi storici, dalla metà dell’Ottocento alla fine del Novecento. Le immagini ripercorrono la vita della città, catturata nei suoi aspetti sociali, culturali e antropologici, attraverso una fotografia documentaria e artistica allo stesso tempo.
A partire da questa variegata raccolta, il curatore Zef Paci ha selezionato circa 170 fotografie, realizzate dai più importanti autori della collezione. L’insieme di tracce e frammenti colti dal flusso della quotidianità, compone una narrazione, un viaggio attraverso luoghi, volti, relazioni umane. La fotografia, intesa come rituale, ha permesso così di indagare una comunità e di restituire al pubblico la freschezza di una realtàmultiforme ed eclettica.
Negli anni, la continuità di un’attenta testimonianza è stata garantita da una dinastia di fotografi, che affonda le sue radici nell’italiano PietroMarubbi (divenuto poi Marubi), originario di Piacenza ed emigrato in Albania. Nel 1856, poco più che ventenne, Pietro apre uno studio di fotografia che diventa un punto di riferimento a Scutari. Non avendo figli propri, adotta quelli del suo giardiniere e si preoccupa di far loro avere una formazione fotografica a Trieste.
Dopo la morte di Pietro, l’attività dello studio viene ereditata da KelKodheli, noto poi con il nome di KelMarubi in onore del maestro, che a sua volta trasmette la passione al figlio Gegë, formatosi presso i fratelli Lumière. Quando l’attività dello studio passa nelle mani di Gegë Marubi, si conferma l’impegno portato avanti da tre generazioni: osservare con occhio moderno ed estetico il proprio tempo.
Sullo sfondo del regime comunista, nel 1970, Gegë Marubi dona allo Stato albanese l’intero archivio di negativi di famiglia e ne viene nominato responsabile. Al suo gesto si uniscono anche altri fotografi della città, che scelgono di depositare le proprie collezioni presso la Fototeca Marubi, oggi tra i più importanti patrimoni fotografici europei.
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6
2121 Milano
T. +39 02 724341
Museo di Fotografia Contemporanea
Ufficio stampa Carolina Moriggia: c.moriggia@mufoco.org – M. +39 340 0605150
Museo Marubi
Ufficio comunicazione e promozione
Tea Çuni: tereza.cuni@marubi.gov.al – M. +355 69 430 3942
Un’obiezione ferma, gentile ma chiara, pronunciata per esprimereil proprio dissenso contro l’opacità dei tempi.
Questo è il tema scelto per la XIV edizione diTorino Spiritualità(26-30 settembre 2018).
Dicepreferisco di nochi crede che il dolore di un altro essere umano non sia diverso dal proprio, e davanti alle violazioni di dignità e diritti reagisce come limatura di ferro davanti a un magnete: non resta dov’è, perché la sostanza stessa di cui è fatto gli impone di ridurre la distanza.Dice
Dicepreferisco di noanche chi sa rimanere al suo posto, perché in alcuni casi il no può essere una zavorra preziosa, che trattiene dall’accodarsi al gregge o dal mettersi a ringhiare con il branco.
Gli incontri, i dialoghi, le letture e gli spettacoli diTorino Spiritualitàpartonocondue lezionisulla riflessione intorno alla “scelta in negativo”, tema di questa edizione, scelta che pressioni, spinte e conformismo non riescono a scuotere. Scelta che nega e afferma che qualcosa di incalpestabile esista, e bisogna proteggerlo dalla morsa del mondo.
NellaChiesa di San Filippo Neri(via Maria Vittoria, 5), location che ospita l’inaugurazione, la prima a prendere parola è la studiosa ingleseAsha Phillips, autrice del long-sellerinternazionale:”I no che aiutano a crescere” (Feltrinelli), analisi del concetto e prassi del rifiuto nel rapporto genitori-figli.Nella sua lezione,Il no che unisce,mercoledì 26 settembre,ore 18.30, la psicoterapeuta getta una luce nuova sul minuto avverbio protagonista del festival: l’atto di dire no,spessoassociato all’egoismo, all’esercizio della forza, all’immagine di una barriera che impedisce ogni legame, può essere una grande occasioneperconcedersi una pausa e non agire sull’onda di impulsi, perfezionismi e abitudini, o perché schiacciati dalla pressione del mondo.
Opporre un no agli automatismi – secondo Asha Phillips – è un modo per dare spazio al momento presente, concederci la possibilità di riflettere su quanto abbiamo di fronte e scegliere una risposta che sia veramente nostra.
La seconda voce del festival èGino Strada, medico chirurgo da venticinque anni in prima linea con Emergency per portare assistenza alle vittime di conflitti e povertà. Gran parte della vita spesa lungo i fronti di tutto il mondo gli impediscono di rassegnarsi alla guerra e alla diseguaglianza.“Verso una nuova resistenza“è il titolo della lezione che si terrà oggi alleore 21, un appello a non chiamarsi fuori, a non distinguere il mondo tra mio e tuo, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza. L’incontro è in collaborazione conEmergency Gruppo di Torino.
Fondazione il Circolo dei lettori – via Bogino 9, Torino
“Uno dei progetti di riqualificazione industriale più grandi del mondo: la exCapital Steeldi Pechino diventerà quartier generale degli sport invernali della Cina.”
Per quasi un secoloCapital Ironand Steel Corporation (oggiShougang Corporation) di Pechino è stata l’orgoglio industriale del paese e tra le acciaierie più importanti della Cina.Prima delle Olimpiadi Estive del 2008, per questioni di inquinamento, Pechino trasferì l’industria al di fuori della città; invece di demolire gli altiforni e le torri di raffreddamento, furono conservate le strutture come silenziosi memoriali.
Oggi, con un nuovo importante appuntamento legato ai Giochi Olimpici (in questo caso le Olimpiadi Invernali di Pechino del 2022), gli
Prima delle Olimpiadi Estive del 2008, per questioni di inquinamento, Pechino trasferì l’industria al di fuori della città; invece di demolire gli altiforni e le torri di raffreddamento, furono conservate le strutture come silenziosi memoriali.
Oggi, con un nuovo importante appuntamento legato ai Giochi Olimpici (in questo caso le Olimpiadi Invernali di Pechino del 2022), gliurbanisti cinesi stanno lavorando per riportare in vita le rovine, generando nuovi contenuti e connotando questo sito di ulteriori significati. Il progetto conserverà le architetture strutturalmente sicure, prevedendone il rinnovamento in tempi brevi. Come tributo per il centenario delle celebrazioni, la riqualifica sarà completata entro il 2019.
Steel Home Stilla Venezia metterà in mostra il passato e il presente dell’area industriale Shougang, documentando il rinnovamento e la trasformazione.
Curata dal capo architetto di CCTN,Bo Hongtao, e dal capo architetto di Pills,Wang Zigeng, la mostra include lavori strutturati da professionisti provenienti da diversi settori, quali architettura, cinema e set cinematografici,graphic design, letteratura, documentaristica, fotografia e arte multimediale.Gli
Gli organizzatori della mostra sono Shougang Group, Beijing Shougang Construction Investment Co.Ltd e CCTN Design.
Il concept segue la tradizione dei “cabinet delle curiosità” provenienti dal Rinascimento europeo, attraverso una serie di installazioni che rivisitano lo spazio della chiesa.
I curatori hanno riprodotto il dormitorio (“Dormitory”), il circolo dei lavoratori (“Worker’s Club”), il salotto (“Drawing Room”), la stanza di preparazione alla fornace (“Furnace Preparation Room”) etc..
La designer diSleep No More,Zhao Nalie il suo team, hanno lavorato su diversi spazi tematici, combinando le creazioni artistiche con pezzi storici collezionati nella fabbrica Shougang.
La sezione “drawing room” è dedicata allaNo. 3 Blast Furnace, la più grande costruzione dell’area industriale di Capital Steel: qui sono in mostra una serie di disegni e modelli di ricerca del team CCTN guidato daBo Hongtao. I testi della scrittriceJiang Fangzhouandranno a costruire le esperienze del pubblico nello spazio, e, assieme alla mappa disegnata dalla graphic designerLiu Zhizhi, diventeranno strumenti per il visitatore per esplorare lo spazio e la mostra.
Il dispositivo multimediale dell’artistaFei Jun trasformerà il racconto spaziale in un racconto multiplo.
Informazioni
Location: Chiesa Santa Caterina, Cannaregio 4942, Venezia
27 SETTEMBRE – 1° OTTOBRE 2018 Nella storico Palazzo dell’Arte e in altri luoghi, la città di Milano vivrà un grande evento dedicato alla cultura e al gioco del calcio: parlato, raccontato e giocato.
La manifestazione rientra nel palinsesto diYes Milanoed è realizzata dalla Triennale di Milanocon la direzione artistica del suo Presidente,Stefano Boeri, diAlessandro Riccini Riccie con la collaborazione delComune di Milano. Oggi a Palazzo Marino, alla conferenza stampa di presentazione, sono intervenuti, insieme ai direttori artistici, il Sindaco Giuseppe Sala, l’Assessore al Turismo, Sport e Qualità della VitaRoberta Guaineri,Massimo MorattieDemetrio Albertini.
In sala anche l’Amministratore Delegato di Inter F.C.Alessandro AntonelloeMassimo Achini, Presidente del Centro sportivo italiano (Csi).
Un progetto lontano da un’idea di calcio prettamente finanziaria.
Tornare al grado zero: la strada, le storie, lo stareinsieme.
Sempreincludendo, mai escludendo, promuovendo valoripositivi. Calcio parlato, ma anche giocato: ovunque ci sarà un pallone, ci sarà un campo aperto a tutti.
Numerosi saranno i temi trattati: dalle storie dei grandi protagonisti di ieri e di oggi al racconto che la letteratura, il cinema, la musica e il teatro hanno fatto di questo sport; dalle forme più ludiche ai progetti di inclusione sociale nelle periferie, dalle squadre dilettantistiche al calcio femminile.
L’evento vuole anche essere una riflessione sullo stato attuale del calcio per capire, attraverso talk, proiezioni e incontri, in quale direzione stia andando oggi.
Tra gli ospiti confermati di questa prima edizione ci sono:Massimo Moratti,Fabio Capello, i comiciEnrico BertolinoeRenato Pozzetto, il disegnatoreMakkox,la communityChiamarsi Bombere molti altri.
PerStefano Boeri, la manifestazione vuole studiare il calcio come fenomeno sociale e come straordinaria performance spazio/temporale.
Il Cortona Mix Festival, in programma dal 18 al 22 luglio 2018, si ripropone di comunicare attraverso la parola, e lo farà, grazie ad alcuni protagonisti della nostra scena culturale, interagendo con il pubblico in un “mixdelle arti“, toccando narrativa e poesia, cinema e musica, giornalismo e teatro. Goffredo Fofi inaugurerà il ciclo: “Gli incontri di Cortona”, spiegando in che senso ‘LE PAROLE SONO PIETRE’, come titola il saggio di Levi dal quale parte la sua riflessione.
Roberto Olivi, esperto comunicatore, argomenterá la sua idea secondo la quale laletteraturasalveràilmarketing. Giovedì 19, dai meccanismi dell’efficacia comunicativa si passerà alle suggestioni della parola poetica attraverso un reading dal titolo: “Potereallapoesia“. Nella stessa giornata, arriverà a Cortona il Premio Pulitzer 2018 per la narrativa, AndrewSeanGreer, che esporrà il suo punto di vista sulla capacità delle parole di unire lingue, paesi e culture differenti nel segno comune del loro significato. Venerdì 20 luglio, il giornalista SergioRizzo proverà a far luce su una delle inchieste più complesse degli ultimi anni, dal “quartierino” all’Europa, sul sentiero della finanza. Sul crinale della verità si muoveranno i protagonisti del primo degli incontri del fine settimana: sabato 21 i redattoriAndrea MichielottoeAugusto Rasori giocheranno con il verosimile e l’inversione dei luoghi comuni spiegando leragioni che hanno portato “Lercio” adaffermarsi come uno dei più noti siti web di satira, con notizie cosìsbilanciate rispetto aicanoni del reale da sembrarevere. Annalena Benini darà voce alle storie di coloro che hanno fatto della scrittura la ragione del loro stare al mondo. Si parlerà di quel momento in cui, traLa scrittura e la vitanon c’è più differenza. Marco Damilanochiamerà tutti a rievocare la storia del caso Moro, ancora oggi caratterizzata da ombre:‘Un atomo di verità nella materia del presente’è tutto ciò che possiamo trarre da quella vicenda, abbastanza per riflettere su cosa sia stato e su chi siamo. Gino Paoli e Amanda Sandrellidialogheranno domenica 22 luglio: ‘Una semplice magia’, colonna sonora del cartone animato‘La bella e la bestia’ sarà interpretato dai due in un memorabile duetto. Tra parole pubbliche e confessioni private, padre e figlia si racconteranno. Sarà un’atmosfera davvero insolita, nella Toscana del Festival, quella portata dalla scrittrice sicilianaGiuseppina Torregrossacon i profumi del Sud del suo ultimo romanzo. Insieme adAlessandra Tedesco, due storie di passione intrecciate in una trama fitta e tutta da scoprire. A chiudere il ciclo‘Gli incontri di Cortona’, con un deciso richiamo al problema politico e culturale del fondamentalismo,Gabriele Del Grande, tramite il suo reportage su Dawla, lo Stato islamico, il giornalista incarcerato lo scorso anno in Turchia spingerà alla riflessione attraverso una domanda che riporta al centro il tema del Festival: se le parole sono importanti, quanto c’è di autentico nella nostra convinzione di vivere nellaFortezza Europa? Tutto questo sarà il Cortona Mix Festival, una rassegna multidisciplinare sostenuta dal Comune di Cortona, un’oasi di riflessione estiva nel cuore della nostra Italia.
Dopo un genuino ed abbondante pasto con amici liguri, Franco e Patrizia, mi son fatta dagli stessi guidare in un ‘armonico’ pomeriggio.
Franco è una persona disponibile e generosa, ha la battuta nel sangue, suona la chitarra ed è conosciuto anche come “Uomo delBiancoamaro”, vecchia e popolare libagione genovese, portatrice di euforia.
Patrizia, amante della fotografia e della verità, è una donna che non pratica l’ipocrisia, e che trovo a me affine, in quanto selettiva e anticonformista.
Con loro, sono stata felice di ‘perdermi’ nei carrugi di Genova, tra un bassorilievo, una foglia di basilico, una libreria – il cui nome è il titolo di un libro – e grandi leoni:
“Tutti noi ‘local’, da piccoli, abbiamo fatto la foto sui leoni” – mi comunica Franco – mentre camminiamo sotto gli ombrelli colorati sospesi tra il cielo e le nostre teste; così, passeggiando e ascoltando storie, mi sono ritrovata in liuteria, a bere un caffè con l’Allegra Brigata Assandri.
Un gruppo di musicisti capeggiati da un liutaio appunto, Gianmaria Assandri, dalla risata travolgente e dalla risposta pronta.
C’è Giorgia, architetto/musicista e figlia di musicisti. Giorgia ama trascorrere i suoi momenti liberi in bottega, con gli altri dell’A.B.A, infatti, replica a chi le ricorda che la vita è fatta di pochi attimi preziosi, così:
“Ecco perché vengo qui”.
Giorgia sorride, con un sorriso che si percepisce essere sincero. Solo un paio di volte, quel sorriso le si smorza sul volto: per esempio quando si parla di un suo ex, per poi ricomparire quando ricorda quello che le diceva sua nonna:
“Se un uomo torna accendi un cero, se non torna accendine due”.
Giorgia suona nel gruppo “Accademia degli imperfetti” (che geni, gli amici della liuteria, nello specifico, Marinella e Maurizio: hanno dato vita all’Accademia, questa volta non ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con loro, motivo in più per ritornare).
Giorgia, ha imparato come si fa il caffè, in un cantiere a Napoli, e, devo dire che se la cava bene; ha appena sostenuto un colloquio per un impiego a Torino; lei, si vede dagli occhi che brillano, fa parte di quell’Italia che non si arrende, l’Italia che non rinuncia ai sogni.
In bocca al lupo young lady, che le note siano con te.
Altro componente della combriccola è Francesco, detto ‘Chico’, meneghino di nascita (ha studiato presso la Civica Scuola di Liuteria del Comune di Milano) ligure di adozione, un ‘giovane capellone’ trasferitosi vicino al mare, una volta riconosciute le affinità elettive con i membri dell’A.B.A, incontrati sotto ‘La bela Madunina’ durante una fiera musicale. Francesco è bravissimo con gli strumenti a pizzico: prima ripara e restaura chitarre, poi… le suona.
Non posso non menzionare Sergio, in realtà si chiama Angelo, per tutti è Sergio: ha seguito un corso di liuteria organizzato dalla Regione Liguria, gestisce un’ impresa, che gli permette di vivere, e dedica buona parte del tempo restante a viole e violini; crea singolari strumenti ricavandoli da oggetti riciclati: trovate un paio di esempi nelle immagini in calce.
Mio padre suona con maestria il violino, il pianoforte, la fisarmonica, e, quando si trova un nuovo strumento tra le mani, lo prova incuriosito.
Qualcosa di emozionante, riesce ogni volta a tirar fuori;
io sono simpatizzante del triangolo e dell’ukulele, il primo lo ho sempre ritenuto meritevole di supporto, innanzitutto, perché fa parte della famiglia degli idiofoni (…)
solitamente così poco considerato, in disparte, come se non avesse valore, invece, per me, ogni strumento è indispensabile agli altri se si considera l’insieme, ed è incredibile cosa si riesca ad ottenere da una barretta di metallo piegata in forma triangolare.
Il secondo, perché lo suonava Marilyn in:
“Some Like It Hot”.
Adesso mi par di vedere gli amici della liuteria storcere il naso, voglio raccontarvi perciò, come io sia arrivata a tale scelta.
Ho misurato, anni fa, il mio talento musicale.
La cosa che mi incantava di più durante le lezioni era l’eleganza di Marianna, la mia insegnante di pianoforte. Ogni volta studiavo il suo look sobrio e chic, e mi riproponevo, di tenerlo a mente per il futuro. Una volta compreso che il pianoforte, fatta salva la raffinatezza Marianna, non era il mio strumento, ho provato, per il dispiacere dei miei familiari, il violino. Irrompevo in ogni stanza in cerca di pareri, da ‘papi’ che non si esprimeva verbalmente ma solo con un movimento, un lento ritrarsi dei muscoli facciali, a mia madre, che facevo sobbalzare mentre quieta cucinava le sue bontà, con concertini improvvisati (lamentando ogni volta il fastidio provocato dalla mentoniera), passando per le mie sorelle, le quali, non erano mai troppo felici di vedermi con il violino.
Ben presto ho sviluppato talenti differenti, ma il profondo rispetto per la musica è rimasto vivo, e lo è ancora in questo momento, probabilmente, perché l’amore tra i miei genitoriha avuto inizio anni prima che loro si conoscessero, grazie ad un brividomusicale.
Ma questa, come al solito, è un’altra Storia.
A Genova, qualche giorno fa, ho capito diverse cose, ed io son sempre felice di capire, di scoprire;
parlando di strumenti, capire significa riconoscere la materia per lavorarla: affinché il legno possa suonare, sprigionando la musica migliore è necessario “sentirlo”.
Essere liutaio è un qualcosa che ha a che fare con il tempo e con il fascino, ho compreso.
Il tempo, il tempo necessario a trasformare il legno in un’opera realizzata a mano.
Il fascino, quello di un mestiere antico, una tradizione antica.
Non sono stati svelati i segreti di Antonio Stradivari, almeno, non tutti. La curvatura, il legno usato, lo spessore, il colore, la vernice – fatta risalire alle regioni vulcaniche del cremonese: solo Lui, poteva essere a conoscenza delle componenti necessarie alla creazione di quei prodotti di straordinaria fattura.
La magica sonorità dei suoi violini unici, riconosciuta – orgoglio del nostro Paese – a livello mondiale.
Gianmaria invece, che mi ha fatto pensare ai maestri liutai napoletani del 700, un segreto lo ha confidato. Sarà felice, io lo condivida con voi:
la sua produzione, è guidata esclusivamente dalla PASSIONE, questa, conosciuta.
Ve lo dico con estrema franchezza: uno spazio che profuma di abete rosso, cedro, acero, palissandro, mare e focaccia, non può non essere una meta obbligata per gli amanti del genere.
Dal Salone a Rho, con i suoi espositori ufficiali, al Fuori Salone, per quasi una settimana Milano è stata più calda che mai. I mobili hanno a che fare con l’abitare, necessità primaria: abitare è vivere, e Milano vuole vivere alla grande, tra ricerca e innovazione, unendo fantasia e pragmatismo.
6 giorni, 434.509 presenze da tutto il mondo. Alberghi strapieni. L’ appuntamento di aprile è sempre più un riferimento a livello mondiale: come potrebbe non essere così? Milano ha infatti grandi studi di designer, riviste, e, fuori città, le “fabbrichette“.
Dove vedere l’installazione più originale, l’oggetto di design più innovativo, lo spazio aperto più interessante? Tanti, gli eccitanti eventi collettivi.
(Video)
Ho scelto di iniziare da Brera, distretto simbolo, attraversata da Corallo: lostorico tram trasformato in un salotto itinerante pieno di velluti.
Eni ha portato all’Orto botanico SmarTown: il giardino accostato a modelli urbani.
Ho proseguito per Piazza Gae Aulenti illuminata da LightHenge, firmata da Stefano Boeri.
ll casello daziario di Porta Venezia è stato lo Studio 54: un tributo a ElioFiorucci, accanto, il nuovo Rainbow District, dedicato alla libertà di espressione, e Porta Venezia in Design con i palazzi aperti dal Fai. Via della Spiga invece, si è colorata di blu, con un percorso di parole luminose in omaggio a Gillo Dorfles.
3D Housing 05 in piazza Beccaria, firmata da Massimiliano Locatelli e Cls Architetti, una casa stampata. Al Teatro Gerolamo, uno spettacolo con sculture di vetro firmate da Fabio Novembre, Maarten Baas, Nendo e i Fratelli Campana.
Le 5 vie: da via Cesare Correnti (il gallerista Nicolas Bellavance-Lecompte, ha invitato otto creativi a produrre un pezzo) all’ex ferramenta Meazza per un’ antologica su Nanda Vigo e la personale Panorama di Valentina Cameranesi .
Da Gobbetto in via Carroccio, ho trovato un tappeto di resine.
L’omaggio a Gaetano Pesce, maestro del design italiano, ha portato al centro della discussione una riflessione sui temi dell’uguaglianza e della valorizzazione delle differenze culturali. A Palazzo Litta l’architetto Asif Khan ha firmato l’allestimento del cortile e a Palazzo Turati c’erano gli olandesi con Masterly.
La Design parade iniziata in piazza Castello si è conclusa in piazza Affari.
Al Superstudio più, in via Tortona 27, ancora il celebre designer giapponese Nendo ha mostrato le forme del movimento.
Al Megawatt Court,la prima edizione di Asia designpavillon.
Al Superloft – abitazione immaginaria firmata da Giulio Cappellini – pezzi iconici. All’Opificio 31 Norwegian presence: materiali di qualità e senso di comunità. A Lambrate Spazio Donno, progetti di designer italiani e internazionali.
Vicino al distretto Ventura e alla Stazione Centrale, Ventura future, nuovo polo espositivo che offre un progetto di realtà virtuale di Patricia Urquiola e Federico Pepe. A ridosso della stazione, The Diner: un allestimento speciale ispirato all’archetipo del ristorante americano.
Sono stati giorni nei quali tutti si sono felicemente persi nella giungla di cocktail, installazioni e showroom.
(…)
A NoLo, North of piazzale Loreto, (qui si fa l’occhiolino a Nolita, N.Y.C.) un’ ex fabbrica di panettoni si è trasformata in Alcova: 20 artigiani e designer, hanno indagato i temi dell’ abitare contemporaneo.
Vitra: Robert Stadler ha concepito i mobili per la loro funzione sociale.
Gufram ha creato una discoteca visionaria nel cuore di Milano.
Allo Spazio Krizia, un’installazione di luce e movimento: Horah, una riflessione sul tema della convivialità che prende il nome dalla danza della tradizione israeliana. Carlo Ratti a un passo dal Duomo, ha dato vita a 500 metri quadrati che racchiudevano quattro microcosmi climatici per le quattro stagioni dell’anno. Un gruppo di architetti e designer ha trasformato il Museo Diocesano in un hub creativo.
Garage Italia, l’officina del lusso di Lapo che unisce motori e cucina con Cracco, è diventato luogo d’arte, in collaborazione con la galleria Gagosian.
A Palazzo Serbelloni, in una serra su misura, un allestimento di cristalli Swarovski.
Una selezione di oggetti da collezione in via Cesare Correnti.
Le feste più divertenti? Difficile scegliere, probabilmente, il party tenutosi nella storica autorimessa Garage Traversi e quello di chiusura, in Triennale, sotto il cielo della città meneghina, tra il profumo degli alberi in fiore.
Ph. courtesy:
Felicia Caflanov (che ho stressato con l’articolo 96: “Il ritratto di una persona non può essere esposto senza il suo consenso”) & Ana MariaChisilita: Salone o meno, amo trascorrere il tempo con lei, camminando per km e km, a suon di riflessioni sussurrate, in giro per la città.
5 giornate. Oltre 97.000 visitatori. 850 appuntamenti. 1200 ospiti. 425 espositori. 35 mila metri quadrati. 37 tra sale, spazi, incontri e laboratori. 16 mila bambini e ragazzi arrivati con le proprie classi.
Tempodi Libri ha proposto al pubblico 5 sentieri tematici – Donne, Ribellione, Milano, Libri e immagine, Mondo digitale.
Un party incentrato sulle letture dei più famosi incipit, ha aperto la manifestazione e ne ha reso evidente, sin dall’inizio, l’intensità.
La seconda edizione della Fiera Internazionale dell’Editoria organizzata da AIE – Associazione Italiana Editori e FieraMilano, nell’ambito di Milano Città creativa Unesco per la Letteratura prometteva bene e, non ha disatteso le promesse fatte.
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“Volevamo che fosse una festa del libro e così è stato, siamo felicissimi” ha dichiarato RicardoFrancoLevi, Presidente dell’AssociazioneItaliana Editori. Adesso – ha aggiunto – parte il lavoro per la prossima edizione.
Fabrizio Curci, Amministratore Delegato di FieraMilanoha rilasciato unadichiarazione, comunicando che: “I numeri in crescita sottolineano la grande partecipazione di pubblico ma anche la qualità dell’offerta. Tempo di Libri ha promosso contenuti e valori”.
“L’impostazione che abbiamo dato con un ventaglio di proposte ampio – ha sottolineato AndreaKerbaker, Direttore di Tempo di Libri – è stata giusta e ha raccolto un altissimo gradimento”.
Una delle chiavi del successo di TdL credo sia da ricercare proprio nella figura di questo signore, un ‘intellettuale pop’ che, seppur non enorme di statura, ha dimostrato di avere il carattere di un gigante e la capacità di creare fantastiche visioni.
Segretario del premio Bagutta (antico riconoscimento lettetario) manager, collaboratore del Corriere della Sera, appassionato bibliofilo: colleziona libri, arrivato a 30.000 ha creato LaKasa dei Libri a Milano;
autore di narrativa e saggistica, professore universitario, organizzatore di eventi culturali (tra questi, i concerti al Colosseo), non fa pensare ai polverosi “salotti letterari”, piuttosto, lui è un tipo da “piazza letteraria”.
Parte integrante dell’ottima riuscita di questa edizione è, sul versante più strettamente professionale, il successo atteso e confermato anche per il MIRC │ Milan International Rights Center, che ha attestato Tempo di Libri come il primo appuntamento importante nel calendario editoriale internazionale per esplorare nuove opportunità di business.
Innovativi percorsi d’autore, tavole rotonde, strisce quotidiane, reading tra cui perdersi, personaggi dai quali farsi condurre, approfondimenti che hanno intrecciato diversi linguaggi e discipline, suggestioni, spunti su cui riflettere e, l’idea di una cultura dinamica: tutto questo è stato tempo di libri.
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Incontri: da NinoFrassica a JohnGrisham, da PeterGomez a Pippo Baudo,da Pif a TeresaMannino da Natalia Aspesi a MassimoCacciari, da MicheleSerra a DoriGhezzi, da AntoniaKlugmann a BebeVio e…
MilenaGabanelli e AndreaMarinelli hanno illustrato come si realizza DataRoom, la rubrica dedicata a inchieste e approfondimenti esposte con l’ausilio di dati e nuove tecnologie.
AnnaNogara, la cui voce è stata diffusa dagli altoparlanti per incantare gli ospiti con la lettura de L’infinito di Leopardi a 200 anni dalla sua composizione, “ha fermato” letteralmente Tempo di Libri.
É stato possibile vivere in fiera un’esperienza unica, basata su pianificazioni e scelte d’istinto.
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Libri rari e rarissimi nello spazio dell’AldusClub.
Si è partiti da Gutenberg, dalla stampa a caratteri mobili e si è arrivati ai social network, agli status mobili: la scrittura, lo storytelling e la comunicazione sono cambiati.
Dal mondo della TV è arrivato il Telegatto, in occasione dell’uscita del libro di TV Sorrisi e Canzoni.
I direttori di: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 Ore e Il Messaggero hanno discusso invece dei nuovi scenari, in una sala gremita, partendo dal ruolo futuro del libro e della cultura.
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Altissima l’attenzione da parte dei media.
Giornalisti e relatori hanno avuto a disposizione una “base” una vera e propria casa: il TempodiLibriClub, che ha fatto da teatro ad interviste con autori, racconto in presa diretta degli appuntamenti, nuovi contatti, momenti conviviali e informali.
Al brindisi finale, proprio all’interno del Club, Andrea Kerbaker mi ha detto di aver visto tanti sorrisi negli scorsi giorni e questo, per lui, ha significato molto.
Toccare con mano le emozioni, aggiungo, ha significato altrettanto.
Gli incarichi di responsabilità ricoperti dalle donne, secondo l’Osservatorio AIE sui consumi editoriali, sono in aumento:
rappresentano il 22% dei ruoli dirigenziali nella filiera produttiva.
Il dato emerge da un insieme di indagini che affrontano gli snodi tra lettura e scrittura e, sarà presentato nell’incontro: ‘Leggere è donna’ in programma giovedì 8 marzo alle 15.00 in Sala Suite 1 a Tempo di Libri, Fiera Internazionale dell’Editoria, presso fieramilanocity.
Al tradizionale programma di Tempo di Libri si affiancherà il programma professionale che toccherà i maggiori temi del mondo editoriale.
Una striscia di appuntamenti, a cura dell’Associazione Italiana Editori, in questa edizione, sarà dedicata a scoprire cosa si intende oggi per digitale e come si sta innovando il mondo del libro grazie alla tecnologia.
Se è vero che ai libri chiediamo di aprire le porte dell’immaginazione su storie meravigliose capaci di trasportarci lontano dalla realtà, è grazie ai giornali che riusciamo a sintonizzarci con il presente, interpretando i cambiamenti in atto.
Consapevole dell’importanza dei mezzi di informazione nel panorama editoriale, Tempo di Libri dedicherà grande spazio a testate e grandi media multimediali.
La RAI,main media partner, sarà presente con ospiti e dirette radiofoniche.
Il Corriere della Seraporterà in Fiera il suo patrimonio di cultura, cronaca, attualità, immagini.
A Casa Corriere le firme del giornale dialogheranno con alcuni protagonisti della vita culturale e civile.
Numerosi gli ospiti e ampi gli argomenti: Milena Gabanelli e Andrea Marinelli sul data journalism, Milano nei ricordi di Teo Teocoli e nello slancio al futuro raccontato da Giuseppe Sala e Luciano Fontana, l’affascinante sregolatezza artistica del fotografo Oliviero Toscani, il cambiamento, interpretato da Aldo Grasso e Maria Volpe, del ruolo della televisione da generalista a strumento multimediale.
Largo anche a inserti, blog e progetti targati Corriere.
I più giovani ogni giorno potranno scoprire quali sono i meccanismi e le professionalità che si celano dietro il quotidiano di via Solferino: sarà Nicola Saldutti ad inaugurare l’appuntamento “Come si scrive il Corriere”, dedicato agli studenti delle scuole superiori.
Robinson, l’inserto culturale di Repubblica, entra a Tempo di Libri con un seguito di autori, giornalisti e artisti pronti a raccontarsi nello spazio dell’Arena Robinson.
Tra le firme del quotidiano che parteciperanno agli incontri in programma, Francesco Merlo edEzioMauro.
Dibattiti ed eventi sui filoni tematici scelti scandiranno poi il susseguirsi delle giornate, con focus su ribellioni, Milano, immagini e digitale.
L’inconfondibile tonalità di rosa della Gazzetta dello Sport colorerà lo spazio del Bar Sport IBS.it.
Durante il meeting di RSI – Radiotelevisione Svizzera Italiana, ci si confronterá sul legame tra libri e programmi televisivi, l’incontro è proposto dalla rivista Tv Sorrisi e Canzoni èdedicato al Telegatto; ospiti Pippo Baudo, MichelleHunziker e GerryScotti.
Finzioni Magazine.it porterà a Tempo di Libri la rubrica ‘Molte birre con…’ per parlare di letteratura e divertimenti culturali.
Focus Junior organizzeràlaboratori nei quali i bambini si cimenteranno come reporter, artisti e piccoli architetti e Sale&Pepe, li coinvolgerà in diverse e gustose prove pratiche di cucina.
A chiudere il cerchio e segnare una sintesi ideale nel complesso e profondo legame tra editoria e informazione, sarà la tavola rotonda di lunedì 12 marzo durante la quale i direttori dei principali quotidiani nazionali – Luciano Fontana (Corriere della Sera),Mario Calabresi(la Repubblica), Maurizio Molinari (La Stampa), Guido Gentili (Il Sole 24 Ore), Virman Cusenza (Il Messaggero) – si incontreranno in Fiera con il presidente AIE Ricardo Franco Levi.
Quotidiani, riviste, tv, radio… non poteva mancare il cinema, e in particolare il rapporto fra gli autori e il documentario. Ecco allora la rassegna di titoli selezionati tra le ultime produzioni curate da Sky Arte HD,laeffe e 3D Produzioni.
Otto proiezioni che ripercorreranno il vissuto e le opere degli autori del nostro tempo: Natalia Ginzburg, Fernanda Pivano, Antonio Tabucchi, Dino Buzzati, Peter Handke, Simonetta Agnello Hornby, Pier Paolo Pasolini, Primo Levi.
Tra i supporter troviamo anche: il Giornale della Libreria, Libreriamo, Radio Popolare, IBS.IT.
L’Italia in questi giorni è sotto una coltre di neve, ed è bellissima,
ma un Tempo ancora più magico è in arrivo!
Tempo di libri.
UFFICIO STAMPA
Ufficio Stampa Associazione Italiana Editori Tel. 02 89280823
Ho sempre sostenuto di non amare Milano, eppure ci abito.
Se vi state chiedendo perché io continui ad avere in questa città il mio domicilio, sappiate che spesso pongo la stessa domanda anche a me stessa.
La verità è che Milano è viva.
Qui le cose accadono.
Non è una city facile da espugnare e capire, perciò in fondo le voglio bene:
mi ricorda me;
non è stato amore a prima vista, si tratta infatti di un sentimento che, a quanto scopro, mi conquista poco per volta;
inoltre la ‘metropoli nostrana’ sa essere generosa.
Questo ho pensato, pedalando allegra verso un sogno nuovo, diretta al Salone della Cultura, giorni fa, in attesa venisse alla luce un mio nuovo libro.
“Il” nuovo libro.
Sarebbe il quarto, volendo dargli un numero, è un’edizione limitata, fuori dai circuiti commerciali (perché per me non ha prezzo e perché come riportato nella seconda di copertina dagli organizzatori del Salone: “Ha l’unico intento di fare cultura”) direi allora che è il numero zero, in quanto lo zero viene prima degli altri numeri, come questo volume viene prima degli altri nel mio cuore.
Senza tener conto del fatto che se non ci fosse lo zero non ci sarebbe il numero dieci (non scherziamo, era il numero di Maradona), il numero cento, il numero mille e così via… dunque lo zero è fondamentale.
Credevo di non farcela, è stata una corsa contro il tempo, ma l’amore vince anche sul tempo,
L’AMORE, si intende, non le imitazioni nelle quali ci si può imbattere.
L’azienda M.C. System con il suo marchio Bianco Digitale, è stata tra i protagonisti della Seconda Edizione della manifestazione.
L’evento che lo scorso anno ha collezionato più di 35.000 visitatori, si è confermato anche nel 2018, un contenitore culturale per i grandi appassionati di libri, per gli editori e per i collezionisti;
tutto ciò, negli spazi di Superstudio Più in Via Tortona 27 (il pulsante cuore creativo) che hanno ospitato la manifestazione.
Libri antichi, corsi, mostre, laboratori e conferenze: questo è il Salone della Cultura.
Mi ‘fa vibrare’ ogni volta scoprire ‘Tesoridi carta’.
Ringrazio per la disponibilità paziente Greta Zin di Mediagraf
– Innovation, Marketing & New Media (mediagraflab.it);
Mediagraf Lab, lo spazio dove la creatività incontra la comunicazione, è un team, una filosofia ed un luogo.
Grazie a MarcoApadula – Brand Strategy Director Up.00 (www.upoo.it) mio Cicerone in questa avventura.
Grazie a Francesco Biscardi per l’editing.
Grazie a Elio Luongo: mi ha trasmesso il valore dell’ ironia e della curiosità (c’è molto altro ma riguarda noi due) e da lui quanto ancora ho daapprendere!
Il libro: “80 VOGLIA DI IMPARARE” è dedicato ad Elio.
(Messaggio per papà: nel testo ho dimenticato Salgari, i bulloni, il Triccheballacche, il diamante grezzo, il Teorema di Ruffini suipolinomi e certamente più di questo, confido nella tua immaginazione per colmare le mie mancanze).
Si torna sempre dove tutto ha avuto inizio: non si mente al cuore.
Creare un video di pochi minuti su Napoli è stato come voler mettere il Gangein un bicchiere, e come il detto indiano suggerisce, questo non è possibile;
ci ho provato ugualmente:
se Napoli non può stare in un solo video, il suo profumo, il suo sapore, probabilmente si.
Immagini nelle quali si mescola tutto, capitoni e Chanel, Gerardo e ‘i mmmerikani‘, guerrieri e imperatori, foto intrise di coraggio e la storia della mia squadra del cuore, la pizza e il mare, la borghesia, la nobiltà, il proletariato, perchè la differenza è solo nel giudizio, e una delle essenze di Napoli è nella ‘mescolanza‘.
15 giorni napoletani, perché Natale con i tuoi, e non solo Natale, con i tuoi,
altrimenti non si tratterebbe di Napoli.
Quello che mi auguro, e che auguro a voi, in questo anno vergine è di non fare alcun buon proposito: ci auguro ‘solo’ di FARE.
Ma, aspettate, questo in realtà è un buon proposito…
Grazie a Ciro Incoronato (https://www.c-cubo.it/) e grazie a Francesco Caso per le foto.
Grazie ad @Ilantina, resiliente amica e a Giulia ‘la milanese’.
Grazie a Napoli, per la sua energia.
Non avrei voluto nascere in nessun altro luogo al mondo.
(Video)
A Napoli la mostra “L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina”.
La Cina di 2000 anni fa nel cuore di Napoli.Ben 170 grandiguerrieri di terracotta, a grandezza naturale, sono esposti nella navata della basilica dello Spirito Santo su via Toledo.
I guerrieri, i paramenti dei soldati, le armature e i calzari; una piccola parte del famoso “Esercito di terracotta”, (composto da 8.000 statue) che dal terzo secolo a.C. sorveglia il mausoleo di Qin Shi Huang a Xi’an .
Un enorme corredo funebre per il primo imperatore della Cina. In mostra in totale 300 pezzi: armi, suppellettili, vasellame ed oggetti d’arte.
Ogni guerriero e pezzo è una riproduzione precisa, creata da artigiani locali seguendo antiche tecniche di fabbricazione e, le statue sono state ricavate dal calco utilizzato su quelle originali. I guerrieri sembrano marciare nella navata della chiesa.
Una sezione descrive la “Fossa 1”, la tomba vera, un’altra, racconta la creazione di ogni terracotta e la storia di questo esercito considerato il più grande della storia antica, superiore anche a quello Romano e a quello di Alessandro Magno.
World Press Photo Exhibition la mostra itinerante che viaggia attraverso 100 diverse città, per il secondo anno consecutivo, ha fatto sosta a Napoli. Burhan Ozbilici, autore dello scatto che immortala il volto dell’assassino di Ankara, un istante dopo aver sparato e ucciso l’ambasciatore russo in Turchia (AndreyKarlov) è il vincitore.
La foto premiata (“World Press Photo of the Year”) è frutto del coraggio di un giornalista che ama la sua professione, una persona onesta, con senso di responsabilità; dopo aver fatto il giro del mondo, l’immagine, espressione di un GIORNALISMO LIBERO, è stata esposta nella cornice degli splendidi saloni del Museo Villa Pignatellialla Riviera di Chiaia.
Ogni anno una giuria internazionale seleziona i 150 scatti migliori scelti tra circa 100.000 foto di 6.000 fotoreporter.
Vito Cramarossa, manager di Cime, organizzatrice del World Press Photo, sostiene che Napoli sia una scuola di grandi fotografi, non a caso uno dei vincitori è Antonio Gibotta, partenopeo.
La Fondazione World Press Photo, dal 1955 tutela la libertà di informazione,inchiesta ed espressione come diritti inalienabili e rappresenta l’eccellenza della fotografia d’attualità.
La MA.GI.CA al Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli).
Ancora in corso: ‘Il Napoli nel mito- storie, campioni e trofei mai visti’.
La squadra, la città, le memorie che emozionano e rinnovano attraverso le generazioni una passione identitaria dei napoletani, quella per il calcio. In occasione della prima mostra ufficiale SSC Napolisono esposti i trofei vinti dalla squadra partenopea nel corso della sua storia.
Progettata dall’architetto Andrea Mandara, per la parte grafica da Francesca Pavese, con testi di Serena Venditto, l’esposizione propone nelle tre sale del piano terra affacciate sul giardino delle camelie, un percorso cronologico, dagli albori del calcio ai giorni nostri.
Le vicende del club azzurro vengono ricostruite e raccontate attraverso i materiali ed i cimeli di Momenti Azzurri, un’associazione nata da un’idea di Dino Alineie Giuseppe Montanino.
La Rai, partner televisivo, ha fornito video e filmati storici che animano il percorso espositivo, Il Corrieredello Sport, l’esclusivo materiale fotografico sulla squadra. L’Archivio fotografico Carbone, ha messo a disposizione il suo patrimonio di immagini.
La felicita è anche una scelta, quindi, ho deciso di essere felice.
Felice come Tom quando afferra Jerry (anche se poi gli sfugge), come un cervo in amore (mentre scrivo emetto infatti un verso simile al bramito), come un bimbo la mattina dopo la caduta di un dentino.
Il mio segno zodiacale, ormai lo sapete, è Bilancia, il mio ascendente è Bilancia: segno d’Aria;
secondo gli esperti di astrologia, i nati sotto questo segno sono accompagnati dal senso del bello per tutta la vita, amano eleganza, armonia e sobrietà, ciò, accostato ad una natura quale è la mia, nel tempo ha mandato in tilt diverse persone: il famoso innominato quanto evocato ex, per esempio.
(Recitiamo un Requiem aeternam e continuiamo).
Molto spesso chi ha l’abitudine di giudicare e la necessità di incasellare le persone in categorie stabilite, tende a credere io sia amante del lusso e dei preziosi, e in quanto esteta, sia succube della mera vanità.
Niente di più sbagliato.
In realtà, la mia è un’altra essenza.
Certo che mi piace la magnificenza, certo che mi piacciono le comodità, certo che non disdegno i diamanti (a patto che siano etici) ma se vuoi farmi davvero felice, fornendomi ulteriori strumenti per scegliere questa benedetta felicità, rendendo allegra la mia anima e anche l’ultimo dei miei capelli, sappi che è altro a rapirmi: uno sguardo, un gesto, il silenzio, una parola, mi conquistano e… pochi oggetti.
Gli oggetti ‘portatori di storie’.
Lo sanno bene gli astrologi, anche questo sanno: la Bilancia ha bisogno di riferimenti forti, legami importanti.
Lo sa bene pure un Uomo.
Segno di fuoco.
A contatto con l’Aria nel nostro caso.
– Scusate un attimo, ho l’obbligo di chiarire con i familiari/amici che leggono questo pezzo: contenetel’entusiasmo, non sto parlando del “mio” Uomo, al momento costui vaga nello spazio, segue diverse vie, è sicuro una lo conduca a me, la qual cosa mi fa credere sia alquanto rincitrullito, il che mi porta a ritenere lui non possa essere “quello giusto” – devo smetterla di pensare tanto.
Sono #singlesupersingle.
L’Uomo del quale scrivo, uno come ce ne son pochi in giro, non sarà mai il mio Uomo, (mai dire mai? No, in questo caso mai è mai) nessuno di noi due nella quotidianità si arrende con facilità ma entrambi conosciamo i limiti del nostro essere umani, ad ogni modo, non sarà il mio compagno, e non è importante raccontare la causa di questo fatto.
Ciò che ha importanza è quel che segue: quest’uomo che stimo, mi ha fatto un regalo.
Mi ha regalato “LA” Sedia.
Un regalo di compleanno in ritardo, un regalo di Natale in anticipo…
dunque, era un po’ di tempo che cercavo “LA” Sedia.
La sedia giusta, dalla quale pungolare l’ispirazione, persuadendola a farmi visita mentre creo.
La sedia che mi avrebbe permesso di stare bene, tanto bene da scrivere storie credibili ed incredibili.
Come spesso accade, se cerchi una cosa con troppa insistenza, ci sono diverse probabilità che tu non trovi nulla di valido.
Infatti, nessuna sedia da lavoro nella quale mi imbattevo era sufficientemente convincente.
Così, ho smesso di cercare.
Mi son detta che sarebbe stata La Sedia a trovare me.
Più o meno lo stesso concetto che applico riferendomi all’Uomo della mia Vita.
Prima o poi.
Così è stato.
Per la sedia.
(…)
Mi ha trovato.
Boom.
Amore a prima vista.
Ho iniziato a buttar giù racconti.
Sapevo di aver bisogno di Lei, quanto lei di me.
Son certa che insieme vivremo ‘narrabili avventure’.
Presso la Fondazione Corriere della Sera,Tempo di Libri, in una veste interamente rinnovata, èapprodata a BookCity.
Ricardo Franco Levi, presidente di AIE e de La Fabbrica del Libro, e il direttore diTempo di Libri, Andrea Kerbaker hannopresentato le prime coordinate della seconda edizione dellaFiera internazionale dell’editoria, che si terràda giovedì 8 a lunedì 12 marzonella storica area espositiva diFieramilanocity.
L’eventoeditoriale – allegrafestadellacultura, manifestazionericcadistimoli, inclusiva, checoinvolgeistituzionielettori – sarà articolato secondo filoni tematici: giovedì 8 saranno protagoniste ledonne– autrici, lettrici, festeggiate speciali; venerdì 9 laribellionenelle sue forme più diverse; sabato 10 gli obiettivi saranno puntati su Milano, con la sua anima letteraria e i grandi eventi che l’hanno attraversata; domenica 11 carta bianca alleimmagini, in un gioco di riflessi tra il libro e le altre discipline; infine lunedì 12 viaggio alla scoperta delle nuove frontiere del digitale, guardando al futuro e al modo in cui la virtualità reinventa il rapporto tra narrazioni ed emozioni. Sul palco, anche Lorenzo Viganò, il maggiore esperto di Dino Buzzati.
Motore dell’incontro la curiosità, dei presenti ma soprattutto quella dei bambini e dei ragazzi, che accolgono tutti gli aspetti della realtà con meraviglia e di ogni cosa cercano il perché.
Lo sapeva bene Buzzati che, nella sua rubrica
Iperché, pubblicata sul Corriere dei Piccolitra il 1968 e il 1969, ha risposto ai più diversi e originali interrogativi inviati dai giovanissimi lettori.
Domande che fanno sorridere, si alternano ad altre più spiazzanti, che richiedono attenzione e spingono alla riflessione.
“Perché i grandi non chiedono mai perché?”
Eancora:
“Perché la gente di colore che vive in America è nera ma quando partecipa alle Olimpiadi diventa americana?”
Da qui prende spunto il Gioco dei Perché, una serie di iniziative per bambini e ragazzi che saranno protagoniste a Tempo di Libri.
Tempo di Libri parteciperà anche al salone internazionale del giocattolo G! come giocare (da oggi al 19 novembre) con uno spazio dedicato a bambini e genitori.
SportTribuneMagazine e SoccerIllustrated, supporti cartacei, veicoli di emozioni, sono ufficialmente in edicola.
Ieri le copie, distribuite in anteprima allo SportMovies&Tv–MilanoInternationalFictsFest, presso Palazzo Giureconsulti, Piazza Mercanti, sono andate a ruba.
Ospiti diverse atlete plurimedagliate e PauloRobertoFalcão.
Sport: calcio e altre discipline.
Come anticipato nel post di ottobre su questo blog, non interessano i numeri, le tattiche, le statistiche.
Avvincono piuttosto le storie.
Storie che insegnano, colpiscono, commuovono, impressionano, fanno vibrare l’anima (se non ci fosse stata l’anima di mezzo, non sarei stata tanto coinvolta).
Le illustrazioni nascono dalla creatività di FrancescoPoroli (Art Director) e della sua crew.
Alcune firme prestigiose sono entrate a far parte di questa dinamica realtà editoriale: Andrea G. Pinketts, Omar Pedrini, Giorgio Montanini, Luca Talotta, Francesco Cazzaniga, Alice Sabatini e…
Giornalismo vero.
Cura del dettaglio.
Racconti che ti lasciano senza fiato.
Tutto egregiamente diretto da GianmarcoAimi sotto lo sguardo attento di DiegoValisi – Ceo Milano Fashion Library.
Che la passione, linfa dello sport, scorra lungo le pagine di questi giornali per molto, molto tempo.
È possibile ordinare Sport Tribune Magazine e Soccer Illustrated anche qui:
In mostra allo spazio Mutty (Castiglione delle Stiviere, Mantova) il lavoro di Guido Scarabottolo, uno dei più noti ed amati illustratori italiani; un progetto che presenta una produzione inedita: non si tratta di disegni, come ci si aspetterebbe, ma di fotografie che l’autore ha scattato durante un viaggio in Iran.
Affascinato dai luoghi e dalle persone incontrate visitando città, villaggi e deserto, Scarabottolo ha sentito l’urgenza di fissare le proprie impressioni con uno strumento che gli permettesse di catturarle celermente. Da questi scatti emerge tutta la sua sensibilità, capace di posare lo sguardo sui soggetti, restituendo con semplicità ed efficacia aspetti diversi della complessità della cultura persiana.Scarabottolo dimostra di non aver paura di abbandonare momentaneamente la tecnica espressiva prediletta e di lasciarsi guidare dallo sguardo e dalla curiosità.
Durante la serata di inaugurazione verrà presentato il catalogo della mostra che contiene un saggio del filosofoAndrea Pinottie gli interventi delle curatrici.
“I ragazzi del Bazar di Kashan”, edito daLazy Dog Presscon il design dello studio graficoBunker, sarà disponibile in mostra e on-line sul sitowww.lazydog.eu
Guido Scarabottolo
Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, nel 1973 entra a far parte dell’Arcoquattro, un gruppo di giovani architetti. Dopo lo scioglimento del gruppo, lavora per i più noti editori italiani, la RAI, le principali agenzie di pubblicità e le maggiori aziende nazionali. Tra le collaborazioni più durature quella con l’Europeo, e quella con Italo Lupi per Abitare. Dal 2002 al 2015 progetta tutte le copertine per le edizioni Guanda e ne illustra gran parte.
Dal 2016 tiene un corso di illustrazione all’ISIA di Urbino. Attualmente i suoi disegni appaiono regolarmente su Internazionale e sul domenicale del Sole24Ore e, irregolarmente, sul New York Times e sul New Yorker. Ha pubblicato libri per bambini e ragazzi con Topipittori, Vànvere, Tapirulan e La Grande illusion. Ai suoi lavori sono state dedicate numerose mostre in Italia e all’estero.
Vive e lavora a Milano.
Mutty è uno spazio culturale attivo dal 2013 nel centro storico di Castiglione delle Stiviere, una cittadina sulle colline moreniche a due passi dal Lago di Garda.
Nato in un’officina che fino agli anni Sessanta ospitava i fabbri Mutti, un laboratorio dei mestieri che per mezzo secolo ha raccontato l’importanza della lavorazione degli elementi per ottenere risultati, Mutty ha scelto di preservare la struttura originaria, facendo di vetro ferro e legno gli elementi primari di una ristrutturazione attenta e in completa sintonia con l’ambiente che la circonda. Mutty promuove e divulga il lavoro di illustratori, artisti e ‘studiosi del bello’.
Viale Maifreni, 54 Castiglione delle Stiviere, Mantova
“Noi siamo per i ROMANTICI, per gli AMANTI, per i PASSIONALI, per tutti coloro che amano le STORIE PAZZESCHE. Sport tribune e Soccer Illustrated sono per tutti quelli che ancora sanno come commuoversi.”
Una testata, diretta da Gianmarco Aimi, che cerca e racconta storie, storie che vanno oltre le statistiche e le analisi.
Un magazine che ha due corpi distinti, e porta in dote il prezioso supporto di immagini illustrate, i disegni, e la narrazione che diviene romanzo, è stato presentato questa mattina a Milano.
Voluto da Diego Valisi, CEOdi MILANO FASHION library, insieme ad una numerosa e paziente redazione, è nato in una straordinaria velocità, ed è stato dallo stesso amministratore definito:
“Un ennesimo atto di follia.
Un desiderio romantico personale di creare qualcosa che mi piacesse e che si differenziasse. L’entusiasmo, la voglia di fare sono quelli che da sempre ci caratterizzano”.
Ecco i dettagli.
Si tratta della decima pubblicazione periodica della MILANO FASHION library, società all’interno della quale rientrano tre realtà: la casa editrice, la concessionaria di pubblicità e la sedefisica – Via Alessandria 8 – che genera attività comprendenti gli “Special Job”, gli eventi speciali, che massimizzano l’utilità del luogo.
Il nuovo prodotto segue quella che da sempre è la vincente linea della casa editrice:
la cura di iniziative verticali incentrate su ‘PASSIONI’.
THE LIFE STYLE JOURNAL,
Riders THE GREATEST LIFESTYLE MOTORCYCLE MAGAZINE
URBAN #LIVE LIKE YOU LOVE
Fashion Illustrated Style, people and trend
Entertainment ILLUSTRATED CINEMA, MUSIC, TV, DIGITAL – recentemente è nato un hub creativo: Entertainment Production.
PORTOFINO YACHT CLUB MAGAZINE
Italy Illustrated LUXURY, TRAVEL, FASHION,TRENDS
Equestrian Illustrated
Sono ottimi esempi.
La PASSIONE, questa volta è lo sport. Lo SPORT raccontato seguendo una linea romanzesca, scrivevo. Il calcio, il primo sport praticato e il primo seguito, avrà uno speciale di quarantotto pagine dedicato:
SOCCER ILLUSTRATED
qui, l’approccio vuole essere quello del grande Diego Armando Maradona:
“Se fossi ad un matrimonio vestito di bianco, e arrivasse un pallone sporco di fango, lo stopperei di petto senza pensarci”
e, un altro giornale, indipendente, tratterà le restanti principali discipline, con ugual numero di pagine e stesso stile: SPORT TRIBUNE.
Un bimestrale con una singolare scelta cartotecnica, da quotidiano – la carta del Financial Times, esteticamente virtuoso, per intenderci – in edicola il 31 ottobre in circa sessantamila copie, al costo complessivo di 2.50 euro, prezzo competitivo adatto al mercato e al momento storico. Oltre a questo, avrà una distribuzione controllata, almeno per i due numeri del 2017, nei maggiori 150 circoli, club multidisciplinari presenti in Italia.
Un periodico sportivo, mai serioso, talvolta autoironico e sempre nobilitante per gli attori; solo disegnato – ma, il centro è un centro fotograficoesplosivo, collezionabile, che mostra immagini esclusive, eclatanti, di umanità straordinaria – che va a riempire un buco nell’offerta nazionale attuale.
Sicuramente una scelta singolare.
Lo sport racconta cose meravigliose, dunque, prendendo la giusta distanza dall’ordinarietà di selfie in costume da bagno alla quale assistiamo, si è scelta una narrazione il cui focus fosse sugli ‘ideali’ dello sport.
L’evento di lancio del primo numero è previsto per la seconda settimana di Novembre. Dal 15 al 20 del mese, infatti, alcune copie saranno disponibili durante lo “Sport Movies & TV”.
Soccer Illustrated sarà partner ufficiale del Museo del Calcio in Galleria Vittorio Emanuele.
Infine, sottolineo l’interessamento di una importante realtà editoriale straniera, che nel corso dei Mondiali di calcio di Russia 2018, si è detta disponibile a far sbarcare Soccer in un mercato vasto e interessato allo sport quale è quello russo.
Non crederete mica che le due spalle avranno solo vita cartacea? La proposta commerciale della testata vedrà fortemente integrate le due anime PRINT e DIGITAL che la compongono.
Sport Tribune e Soccer Illustrated saranno vissuti anche online separatamente, perciò ci sarà un sito dedicato ed account sui pricipali canali social per ciacuno dei due, comunque dialogheranno il più possibile tra loro –
è prevista poi, una partnership con le edicole online.
Il racconto digitale avrà una modalità narrativa con un occhio particolarmente attento al quotidiano.
Si è appena concluso a Milano un interessante congresso sulla salute della donna, curato da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), in collaborazione con l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione, articolato in due giornate in cui sono state trattate le patologie femminili di maggior impatto.
Il genere rappresenta un parametro imprescindibile per garantire la personalizzazione delle cure e il diritto alla salute, secondo principi di equità.
I ‘Bollini rosa’, riconoscimento agli ospedali più attenti alla salute delle donne, sono un esempio concreto di applicazione della medicina di genere in ambito ospedaliero.
Un Osservatorio dedicato alle donne perché queste vivono più a lungo degli uomini ma meno anni in salute, si ammalano di più, consumano più farmaci (il multitasking e, il ruolo di ‘caregiver’ all’interno della famiglia incide negativamente sulla salute).
Importante si è rivelata la discussione incentrata sull’educazione alimentare e sulla corretta informazione.
Interventi di Nicoletta Orthmann, Coordinatore Medico – Scientifico, Carla Favaro, Biologa Nutrizionista, Maria Luisa Callegari, Ricercatrice.
La Dottoressa Callegari ha fatto chiarezza sui probiotici, che devono essere attivi, vitali, sicuri, devono sopravvivere nel tratto gastrointestinale e colonizzare l’intestino. (Il Ministero della Salute ha definito i probiotici “microrganismi in grado di esercitare funzioni benefiche per l’organismo”; i ceppi batterici utilizzati per produrre lo yogurt sono fermenti lattici, non probiotici).
Fabio Pace, Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, ha parlato del Microbiota, modulatore della fisiologia intestinale, il quale potrebbe – il sistema non è del tutto esplorato, da qui, il condizionale, influenzare anche attività cognitive e umore.
Il microbiota pone l’attenzione sui benefici che i microbi danno alla nostra vita. Senza microbiota, stando a quanto appreso, ci saremmo estinti da tempo. Centrale ai fini della comprensione, il ruolodell’asse M-I-C, sistema bidirezionale che consente ai microbi intestinali di comunicare col cervello, e al cervello di comunicare con l’intestino.
La permeabilità della barriera intestinale è causa di molte malattie.
Tra le patologie associate ad alterazione dell’asse M-I-C compaiono la depressione, l’ansia, lo stress psicologico, l’autismo e la sclerosi multipla.
La disbiosi intestinale sarebbe il fattore unificante nella patogenesi di tali patologie. Modificare la disbiosi è l’obiettivo terapeutico futuro; (intanto sappiamo che gli psicobiotici, ingeriti in adeguate quantità, producono dei benefici).
Gli accorgimenti dietetici principali per stare in salute sono diversi: fare attenzione agli acidi grassi saturi, aggiungere fibra solubile alla nostra dieta, perdere peso se si è in sovrappeso, consumare ogni alimento con moderazione e non dimenticare una regolare attività fisica.
I giornalisti dovrebbero affidarsi sempre a fonti autorevoli, fondate, (Istituzioni nazionali e regionali di carattere statale, Università, Ospedali, ASL), e basarsi su prove scientifiche (ad esempio, al fine di non escludere dall’alimentazione componenti fondamentali, non bisogna promuovere diete prive di glutine tra le persone non affette da malattia celiaca, messaggio diretto anche a Gwyneth Paltrow, sostenitrice in un suo libro, della dieta senza glutine a fini dimagranti).
Occorre evitare la banalizzazione, quando si parla di alimentazione, le false credenze e le facili mode, contestualizzare gli studi, non inciampare in semplificazioni e termini assoluti, perché nella ricerca nutrizionale l’incertezza è inevitabile ed è necessario aggiornare le notizie;
seguire le linee guida, scrivere articoli accurati e bilanciati senza titoli ad effetto, essere scettici nel reporting, fornire consigli pratici, essere coerenti, avere senso di responsabilità: il lettore deve avere la possibilità di pesare l’informazione in modo appropriato.
Tutto qui.
Chissà se ho fatto un buon lavoro…
(Ringrazio la Dottoressa Gaia Luongo, Tecnologa Specialista in Scienza dell’alimentazione, per la preziosa consulenza offerta, fondamentale alla stesura di questo articolo).
#curailtuomicrobiota
*Un uso improprio di antibiotici può modificare la finestra di opportunità del microbiota per sempre.
La nascita della Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano, inaugurata 150 anni fa, sarà celebrata nei prossimi giorni in svariati modi:
una cena solidale, una festa con cinque bande musicali, una moneta celebrativa.
Milano si prepara a festeggiare.
Eventi e iniziative in programma sono stati illustrati a Palazzo Marino.
SalaPalazzoMarino
Le celebrazioni avranno inizio mercoledì 13 settembre, alle ore 21, lungo i quattro bracci in cui si articola il “salotto” della città. Saranno allestiti 91 tavoli per la cena di beneficenza (ogni commensale ha pagato 500 euro) organizzata dal Comune, in collaborazione con Confcommercio Milano, gli operatori della Galleria, e Caritas Ambrosiana.
La cena in Galleria consentirà di distribuire a persone in difficoltà una somma di 300mila euro. Le risorse saranno impiegate per sostenere interventi volti ad aiutare in maniera continuativa, anonima (quindi rispettosa della dignità della persona, all’interno di percorsi di promozione sociale) 1000 soggetti.
Il menu della cena è stato ideato da Carlo Cracco, in collaborazione con Caterking; Cooperativa Sociale In_Opera; La Locanda del Gatto Rosso; Motta, marchio di Autogrill; pasticceria Marchesi; ristorante Biffi; ristorante Galleria; ristorante Il Salotto e ristorante Savini.
C.Cracco
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Milano, sostiene che l’evento valorizzerá tutta la città. “La Galleria è un monumento vivo e accogliente grazie anche alle aziende che ospita“.
Importante il sostegno degli sponsor: Armani Fiori, Campari, Class Editori-MF Fashion, Consorzio Franciacorta, Bellavista, Ca’ del Bosco e Nino Negri, Lavazza, Riserva San Massimo, Samsung Electronics Italia e R4M engineering.
Venerdì 15 settembre alle ore 10.30, da Piazzetta Reale partirà un corteo di bande musicali che dopo aver attraversato Piazza del Duomo porterà le proprie note in Galleria, prima di fermarsi davanti a Palazzo Marino, in piazza della Scala.
Le bande suoneranno brani della tradizione milanese e concluderanno la loro esibizione con l’Inno di Mameli.
Una moneta d’argento della Repubblica Italiana, è stata emessa dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per l’occasione.
La moneta è stata realizzata dall’artista Maria Carmela Colaneri, ha un diametro di 34 mm e pesa 22 grammi, con finitura PROOF.
Sul dritto, all’interno di una stella a cinque punte, è raffigurato il volto di una donna che rappresenta l’Italia, con elementi dell’emblema della Repubblica: ruota dentata e rami di quercia e ulivo; sopra, tra due punte della stella, la corona turrita; sotto, il logo di Europa Star Programme e il nome dell’autore, in basso a destra, “R”; nel giro “REPUBBLICA ITALIANA”.
Protagonista del rovescio è una veduta della Galleria; in alto, è indicato il valore e l’anno di emissione; ad arco, la scritta “GALLERIA VITTORIO EMANUELE II”; nella fascia centrale, la scritta “ARCHITETTURE DEL FERRO”.
Progettata dall’architetto e ingegnere Giuseppe Mengoni, la Galleria è un luogo simbolo di Milano.
La prima pietra fu posata per mano del Re Vittorio Emanuele II, il 7 marzo 1865, dopo un anno, si iniziò il montaggio della tettoia: oltre 350 tonnellate di ferro furono trasportate in treno da Parigi a Milano; e la Saint-Gobain realizzò 7.800 lastre di vetro per le coperture.
Mille addetti – dai manovali ai decoratori – lavorarono alla costruzione.
Nel 1867 venne messo in posa il pavimento, con decorazioni artistiche e marmi. Nel frattempo, proseguiva la realizzazione degli ornamenti delle facciate interne: candelabri, cornicioni, lesene, cariatidi, le ringhiere in ferro battuto e gli stemmi di cento Comuni italiani.
Nello stesso anno furono realizzate le quattro lunette con le immagini simboliche dei continenti che contornano l’ottagono centrale, quindi le semilunette degli ingressi laterali, con le figure della Scienza e dell’Industria da un lato, dell’Arte e dell’Agricoltura dall’altro.
Assegnati i novantasei spazi commerciali vetrati, le “botteghe”, tutte dovettero attenersi a una norma estetica e cromatica per le insegne: caratteri oro su fondo nero, rispettate ancora oggi.
La Galleria fu inaugurata il 15 settembre 1867 da Re Vittorio Emanuele II.
L’arco e i portici che affacciano su Piazza del Duomo furono completati dieci anni più tardi.
Alcune di noi in questi giorni mettono da parte conchiglie, camicioni francesi e Birkenstock per infilare in valigia tacchi e seta e muoversi alla volta di Venezia, scintillante più che mai.
In concomitanza con la settantaquattesima Mostra del Cinema, da domani, 31 agosto, al 1 settembre 2017, la seconda edizione di: “I LoveGAI” (Giovani Autori Italiani) manifestazione nata da un’iniziativa SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, in collaborazione con Lightbox.
19 nomi scelti dal comitato di selezione, il più giovane ha 23 anni.
La tematica del 2017 è quella dell’inclusione sociale: la maggior parte dei cortometraggi raccontano storie al margine della società e dell’attenzione, veicolano argomenti forti, quali identità di genere, violenza sulle donne, minoranze invisibili, o l’amore tra disabili e diversi.
Sarà una giuria di tre nomi illustri a decretare i premiati durante la Mostra: il produttore FrancescoBonsembiante, fondatore assieme a Marco Paolini della casa di produzione Jolefilm, la direttrice artistica GéraldineGomez, mente creativa del festival Hors Pistes del Centre Pompidou, e il regista Giuseppe Piccioni.
In programma il primo settembre l’evento conclusivo, presso Isola Edipo, organizzato dal team di EdipoRe: la storica imbarcazione che Pasolini condivideva con il pittore Zigaina (oggi capitanata da ‘Impresa a Rete‘ e dalla documentarista SibylleRighetti, co-autrice del film dedicato a Vasco:”Questastoria qua“) verrà ormeggiata sulla RivadiCorinto, dove si celebrerà la serata conclusiva che si preannuncia un appuntamento da non perdere.
La Edipo Re, icona di cultura e integrazione delle diversità, è un ulteriore simbolo del messaggio sociale che caratterizza la gara.
In bocca al lupo ragazzi, prepariamo i bagagli, le lance della laguna aspettano!
Tempo fa, reduce da un ruggente pomeriggio trascorso al pronto soccorso, mi sono chiesta quante volte, nell’arco della vita, io l’abbia “scampata bella”.
Quella volta in cui appena tredicenne, mi son tuffata in mare, con alcuni coetanei, da ‘Le Batterie’: un tratto di scogliera del promontorio di S.Felice Circeo, pronunciando a gran voce parole tratte da un manga giapponese, parole delle quali ancora oggi ricordo il suono ed ignoro il significato, parole amate dai miei amici, gli amici delle estati da ragazzina. Incosciente mi lanciavo nel vuoto.✔
Oppure quella volta in cui, mi sono ritrovata con la macchina in panne, di notte, sola, nel parcheggio ormai deserto di un’arena, dopo uno spettacolo teatrale, e ho chiesto aiuto ad un’amica, che si è presentata con un ‘pilota mancato’ (…) pilota dalle percezioni alterate; la sua Ferrari sfrecciava sulla strada come se lui non volesse un domani. Scesa dall’auto mi sentivo un ex-avocado ormai trasformato in guacamole.✔
Quella volta in cui, rientravo a Napoli da Roma, con l’amata Supercar sportiva scappottata e, a mia volta, ho esagerato con l’acceleratore; è spuntata un’altra auto, dopo un brusco movimento, la mia ha iniziato a girare su sé stessa più volte, nell’aria odore di pneumatici bruciati. – Controllare una sbandata richiede nervi saldi – ho pensato lasciando l’autostrada, tremando, dicendomi che in futuro sarei stata cauta nel ‘dare gas’ e ringraziando ogni santo presente sul calendario per essere uscita incolume dall’avventura.✔
Quella volta in cui un boccone mi è andato di traverso, stavo per soffocare, ma chissà come son riuscita a salvarmi.✔
Quella volta in cui, su un’isola dall’altra parte del mondo, pur di arrivare al ‘Full Moon party’, io e un ragazzo Australiano ci siamo arrampicati su un carretto che cadeva a pezzi, unico mezzo disponibile per giungere a destinazione. Ad ogni curva mi pareva di perdere l’equilibrio e quasi volare via, eppure, ero davvero felice.✔
Quella volta in cui ho messo il cuore nelle mani di una persona e quella persona, tempo dopo, me lo ha riconsegnato in frantumi, ed io NON SONO MORTA.✔
Quella volta in cui sfrecciavo in scooter, pioveva (quando piove lo smog e i residui lasciati dalle vetture si mescolano all’acqua, creando una patina viscida sull’asfalto) e ho frenato, d’impulso, col freno che non si dovrebbe mai toccare in caso di pioggia (quello anteriore), per fortuna rispettavo la distanza di sicurezza dal veicolo che mi precedeva; mi son trovata faccia a terra e mi son rialzata neanche fossi Wonder Woman: senza un graffio.✔
Quelle volte in cui, ho visto passare davanti ai miei occhi tutti i tipi di droghe pesanti, ma ho voluto che un latente timore misto al rispetto per il mio essere al mondo, avessero la meglio sulla curiosità.✔
Quella volta in cui guidavo un Quad in Nord Europa, con accanto la mia miglior amica, e ci siamo ritrovate ridendo a crepapelle in riva ad un fiume… ribaltate e vive.✔
Quella volta in cui ero in bici, sono scivolata sulle foglie bagnate, sui binari del tram, sui sanpietrini, su una grata e (ripensandoci mi pare assurdo) mi sono solo rotta un dito.✔
Quella volta in cui in Asia, alloggiavo in un resort nella giungla (le fantastiche avventure di Ale tra pipistrelli e cobra): alle 23 si spegnevano le luci ed io, sempre in ritardo – perché a leggere sull’amaca del bar in spiaggia, fino all’ ultimo minuto di elettricità – raggiungevo la palafitta con l’aiuto di una fioca torcia, praticamente a piedi nudi.✔
Quella volta in cui anziché montare a cavallo stavo per essere la protagonista della monta del cavallo!😂✔
Anche i più saggi tra voi, almeno in una circostanza, l’avranno ‘scampata bella’.
Per tutte quelle volte nelle quali non abbiamo dato il giusto valore alla nostra vita, siamo stati superficiali, rapidi, svagati, svaporati, sciocchi, “‘nzallanuti” * per dirlo alla napoletana, o, solo, ragazziwild, e per le volte in cui il caso ci ha messo lo zampino (un grande uomo sosteneva che: “Il caso è caso solo perché non conosciamo tutti i casi che hanno condotto a quel caso”), ecco i miei suggerimentidisopravvivenza (non sono regole di vita, a che titolo potrei darvi regole? Di vita poi. Sono suggerimenti per sopravvivere alle vostre azioni).
Dunque:
Suggerimento numero uno: se siete in lingerie in un giorno d’estate, in pausa pranzo, a casa, smettetela di fare qualsiasi cosa stiate facendo! Nello specifico, indossate abbigliamento antinfortunistico prima di stappare una bottiglia di vino ghiacciata, malauguratamente la bottiglia esploda.
Suggerimento numero due: non mettete in carica alcun device in bagno o in cucina, luoghi dove uno schizzo d’acqua unito all’elettricità potrebbe porre fine alla vostra storia. Non caricate lo smartphone dove dormite, le lenzuola, il cuscino, potrebbero prender fuoco (sembra pleonastico ma a volte ricordare semplicemente cosa fare e cosa non fare può servire). Quando caricate gli strumenti tecnologici, utilizzate come base un piatto in ceramica.
Suggerimento numero tre: dopo aver fritto manicaretti squisiti seguendo le ricette della vostra nonna, ricordate di aspettare che l’olio nella padella si sia completamemte raffreddato, prima di aggiungere acqua (a meno che non amiate cuocervi al flambé).
Suggerimento numero quattro: ricordate che il vapore del ferro da stiro può ustionare gravemente perciò attenzione a dove dirigete il getto, quando la casalinga/il casalingo, che alberga in voi prende il sopravvento sulle altre figure che vi abitano.
Suggerimento numero cinque: i grattacieli, quelli di New York ad esempio, (per scrivere di una città che luccica nella mia anima), dopo una nevicata copiosa sono ricoperti di neve, questa tende, a seconda della temperatura, a fondersi o a trasformarsi in ghiaccio grazie al processo del metamorfosismo dei cristalli. Il ghiaccio può staccarsi e cadere di sotto, è consigliabile allontanarsi dal perimetro degli edifici in questione.
Suggerimento numero sei: se vi trovate a Los Angeles in una limousine e mettete la testa fuori dal tetto panoramico, mentre fate le buffone distratte, potreste perderla. Meglio evitare…
Suggerimento numero sette: la marmitta di una moto accesa brucia; se un bel fusto vi porta a fare un giro sulla sua due ruote, tenetelo a mente, occhio ai vostri polpacci!
Suggerimento numero otto: l’elica di uno yacht è molto pericolosa. Finché la barca va tu non nuotare!
Mettete sempre la testa nei passi che vi apprestate a compiere. Ponete attenzione e probabilmente nulla di spiacevole vi accadrà.
Se il danno c’è stato, se siete feriti, le vostre ferite saranno un insegnamento, un trofeo (copyright Louisiana da Cagliari); un ‘pro memoria’, letteralmente vi saranno utili ‘per memoria’.
Abbiate cura – come ‘Il Piccolo Principe’ faceva con la sua rosa – dei vostri errori.
Amate, la traccia dei vostri errori.
Da quelli che son definiti errori (sai dirmi, davvero, cosa sia un errore?!) si impara, pare.
Rendete speciali le lezioni apprese. Ciò che conta, è che gli sbagli non siano fatali.
Adoperate metodo nel fare le cose, e tenete a mente questo: se siete amanti del brivido, il brivido alla fine vi verrà a cercare.
Siate presenti.
Guardate avanti.
*‘Nzallanut: voce napoletana di persona che appare confusa, stordita, spaesata, con la testa fra le nuvole.
“Buongiorno, sono la giornalista che la intervisterà. Voglio essere onesta: non ho mai visto nessuno dei suoi film di maggior successo”.
In questo modo è iniziata una lunga chiacchierata, la prima volta che ho incontrato Paolo Villaggio.
Ho scelto di essere sincera, e lui ha replicato accennando una risata e dicendomi che se lo avessi preferito, avrei potuto ‘dargli del tu’.
Una rovente giornata d’estate di qualche anno fa, la location, l’Hotel Excelsior di Venezia, i giorni, quelli scintillanti e ricchi di eventi del Festival d’Arte Cinematografica.
Lui era vestito completamente di bianco. Come un santone. Come un profeta.
Senza volermi giustificare, solo per chiarire la situazione, certa della sua intelligenza, gli spiegai che da una parte, mio padre mi aveva cresciuto a pane, Quark, Piero e Alberto Angela, Gramsci e Montanelli; i suoi preferiti, i programmi scientifici, divulgativi, quelli di approfondimento, la vecchia Rai 3, e molti, molti libri.
Alcuni film: Totò, Scola, Comencini, Benigni, Corbucci, Fellini, Visconti, Germi, Rossellini, Monicelli, Risi, Pasolini, De Sica. I Maestri del nostro cinema.
(Per intenderci, oggi, l’uomo che mi ha dato i natali, è il perfetto ‘Uomo Focus’);
dall’altra parte, mia madre: contribuiva a formare una diversa me, coinvolgendomi giorno dopo giorno, in quello che era un vero e proprio cineforum familiare
– film solitamente in bianco e nero, spesso francesi, quasi sempre sentimentali.
Non si disdegnava la commedia nostrana, Troisi e i capolavori internazionali, da Allen a Cassavetes.
Tra questi diversi fuochi, c’ero io, che sviluppavo una sempre più definita ‘coscienza cultural-emotiva’.
Ribelle, cercavo di ritagliarmi spazi di ‘indipendenza visiva’ ma fatta eccezione per qualche serie americana, qualche programma legato alla moda e al lifestyle, che facevano storcere il naso al mio papà e consequenzialmente, cambiare canale a me (non così rivoluzionaria quanto volessi far intendere, perchè consapevole, in fondo, del fatto che gli strumenti di comprensione del mondo che mi venivano trasmessi, fossero validi) mi ritrovavo a seguire i due filoni genitoriali.
In giro, la gente faceva riferimento alla spassosa saga di ampio successo del ragionier Fantozzi, saga che era entrata a far parte della cultura di massa degli italiani.
Un paio di volte, provai ad avvicinarmi alla materia.
Non trovai quei film divertenti, tutt’altro: il protagonista di tante disavventure, provocava alla sottoscritta gran tristezza.
– La comicità paradossale e grottesca non era adatta a me.
Sentenziai.
Così, posi fine al tentativo fatto e decisi di procedere per la via maestra che mi era stata indicata in famiglia.
Da quel momento in poi, se nel mio zapping inceppavo in qualche film con protagonista il ragionier F., cambiavo canale.
Anni dopo, mi sono ritrovata, dicevo, ad intervistare proprio l’uomo che dava volto e voce al tanto bistrattato Ugo Fantozzi.
Prima del nostro appuntamento, ho studiato la storia, il percorso fatto, ho tentato nuovamente di guardare spezzoni dei film più noti, e per quanto l’essere umano Villaggio mi incuriosisse: attore, comico, editorialista, scrittore satirico, sceneggiatore e doppiatore, anche in quell’occasione, non sono riuscita a seguire con attenzione più di qualche minuto di girato.
L’intervista: un dialogo schietto – credo lo abbiate intuito dall’estratto video che ho montato per l’amara occasione.
Ora Paolo Villaggio non è più tra noi, e, in questi momenti nei quali i media ripropongono i prodotti cinematografici che gli hanno conferito popolarità, mi sono ripromessa di guardare, cascasse il mondo, un intero episodio della serie.
Ebbene l’ho fatto.
O quasi… insomma, il fim era in proiezione nella stessa stanza dove ero io, ma… son bastati pochi attimi… poi, ho preparato la pastella per i gamberi fritti che avevo intenzione di cucinare, ho letto alcune mail e risposto a un po’ di messaggi, ho dato un ultimo sguardo all’articolo da inviare ad una delle redazioni con le quali collaboro, e ho messo qualche capo nel carrello virtuale del mio e-shop preferito.
Devo aver fatto anche altre attività che al momento non mi sovvengono, perchè il tempo è passato in fretta.
Di tanto in tanto, ho buttato un occhio allo schermo, ripetendomi che non c’era niente da fare: il famoso disgraziato, continuava a suscitarmi gli stessi sentimenti di un tempo.
Non nascondo di aver tirato un sospiro di sollievo nel veder scorrere i titoli di coda.
Il film era finito, ed io avevo tenuto fede all’impegno preso con me stessa.
Più o meno.
Soprattutto dopo averlo conosciuto, posso dire che è una grave perdita il fatto che l’uomo, Paolo, Leone d’oro alla carriera nel 1992, Pardo d’onore a Locarno nel 2000, David di Donatello nel 2009, non ci sia più, e all’ennesimo tentativo fatto, posso al contempo confermare che no, i film legati a Fantozzi non erano buffi, ma desolanti, nonostante l’importante aspetto sociologico celato dalla pellicola.
Il lavoro che preferisco di Villaggio si è rivelato, nel tempo, legato ai ruoli magistralmente interpretati a teatro (era un bravissimo attore) e in alcuni film di registi impegnati, registi dei quali scrivevo: Fellini, Monicelli, Olmi.
5 anni.
Altro che Fenice, altro che dolce Venere di Rimmel, altro che Amore, altroché.
5 anni.
Oggi sono una persona nuova.
5 anni nei quali il cuore ha zampillato di gioia, poi, durante gli stessi 5 anni, l’ho visto zampillare veleno, allora, l’ho appeso al chiodo, poiché non c’è traccia di un Uomo di polso che mi tenga testa.
5 anni.
Pochi sorrisi – più profondi dei sorrisi fatti in passato – sorrisi nati dalla consapevolezza.
5 anni: musica, yoga, vino, respiri.
5 anni nei quali ho imparato a lasciar andare, perdonare, tenere solo il meglio.
Ho lavorato per connettermi con l’essere ed oscurare l’ego, per assecondare il flusso della vita, per accettare e superare l’impermanenza della forma.
Ho anche sbagliato, sicura di essere nel giusto, in questi anni.
Almeno un paio di fatti mi hanno shockato. Proprio in seguito a questi fatti, l’energia spirituale è andata rafforzandosi.
Ho scalato le vette del sentire, e in cima, ho incontrato lo stupore e qualcosa di simile all’illuminazione.
Ho lottato come una leonessa quando ho dovuto: ne è valsa la pena.
5 anni: la voce del silenzio è stata spesso la colonna sonora di una chiacchierona come me.
5 anni: sono stata più copiata di una Louis Vuitton.
A coloro che mi imitano dico: “Prendete pure le mie parole, lo stile e tutto ciò che riuscite a far vostro guardandomi, leggendomi.
E perdendomi”.
5 anni: ho perfezionato le arti culinarie. Sperimentatrice anche in cucina, a volte ho creato piatti favolosi, altre, pietanze non ben identificate, e… ho cenato fuori.
Negli ultimi 5 anni sono stati pubblicati due dei miei tre libri.
(Non cercatemi su FB, non è lì che mi troverete: potete incontrarmi nei miei scritti: la mano che dà vita ai racconti non è distante dalla testa e dal cuore – anche quando è appeso al chiodo).
5 anni in una città, Milano, dove mai avrei creduto di vivere così a lungo.
l’America e il visto sembravano ad un passo, invece.
Guarda la vita che scherzi fa.
Chi può prevedere l’inaspettato dell’esistenza che ci mette in continuazione alla prova?
5 anni: ho notato i segni del non manifestato, ho evitato l’autocommiserazione.
Non son riuscita a fare lo stesso con l’autosabotaggio.
Mi sono interessata ad una “tecnologia” di quinta dimensione, che opera a un livello più profondo rispetto a quello della mente, la Trasmutazione Piramidale delle Memorie: un mezzo potente, per guarire, ripulire, le memorie cellulari e karmiche.
5 anni: ho inteso l’importanza dell’astenersi dal giudicare l’Altro, più o meno diverso da noi.
Quante persone nei post di questo blog, nei suoi primi 5 anni! Alcune, purtroppo, passate a miglior vita, altre per fortuna, in perfetta salute. Che onore ospitarle in questo spazio.
Vivendo si imparano diverse cose.
Ho perso un paio di amiche, e un uomo: credevo sarebbero stati con me, oltre gli errori.
“Perso”: insisto con quest’idea della perdita. Perdersi/perdermi/perderci…
ma si perde davvero qualcuno quando esce dal nostro quotidiano?
E poi, ho perso io?
Hanno perso loro?
Soprattutto, per colpa di chi, ci si è persi, se ci si è persi?
Colpa mia? Colpa dell’uomo? Colpa delle amiche? Colpa di chi imita? Colpa di ciascuno di noi?
Ormai non importa.
E se qualcosa importa, questo è:
non sono stata io,
ad interrompere l’avventura.
MAI.
Mi troverete nella giungla delle emozioni.
Mentre attraverso un ponte tibetano.
SEMPRE.
5 anni: nuove preziose anime ho trovato, come pepite d’oro!
5 anni: ho fatto alcune mosse false e di sicuro tre azzardate.
Voglio bene alla ragazzina sopra le righe che ero, ma amo questa donna che guardo oggi allo specchio, tanto da baciarle, (con un rapido movimento, una torsione della testa) la parte alta della spalla, così che non le manchi l’affettività.
L’affettività è importante.
5 anni: solo un fatto è rimasto costante, una sola cosa, c’è e c’è sempre stata:
la scrittura.
Io, la tastiera e voi.
Questo anniversario è anche vostro.
Grazie.
Dunque è forse il caso di riprendere il cuore dal chiodo, e “lanciarlo” (espressione del mio quinto nipote – gioia immensa di questi 5 anni) a voi.
Polo Agrifood Internazionale, in contemporanea con:
FRUIT&VEG INNOVATION, SEEDS&CHIPS, SPAZIO NUTRIZIONE.
8/11 Maggio 2017
Fieramilano.
180.000 mq lordi, 2.850 espositori, 3.150 Buyer Internazionali, in particolare da USA, Canada, Sud America, Germania, Paesi del Golfo.
Oltre 20mila appuntamenti mirati.
Opportunità commerciali coniugate con la condivisione delle conoscenze.
È il caso di Spazio Nutrizione, evento dedicato alla divulgazione della ricerca sull’alimentazione: un programma di convegni e corsi realizzati con società medico-scientifiche e con il supporto di 6 università; nuove figure: medici, nutrizionisti, dietisti, operatori del benessere, personal trainer e farmacisti.
Completato dall’area espositiva TuttoHeath, Spazio Nutrizione vanta il patrocinio del Ministero della Salute.
Seeds&Chips: l’agroalimentare del futuro.
– Global Food Innovation Summit.
Dalla fattoria alla forchetta, e oltre: è la filosofia di Seeds&Chips: ospite d’onore, Barak Obama – ex Presidente degli Stati Uniti d’America che ha tenuto un Keynote speech parlando di corretta alimentazione, spreco e cibo del futuro con lo chef Sam Kass, il quale, ha lavorato alla Casa Bianca fino al 2014 ed è l’anima della campagna Let’s Move voluta da Michelle Obama per combattere l’obesità negli Usa.
A TuttoFood si è discusso di come garantire il consumo di prodotti di qualità e di come promuovere il riutilizzo delle risorse naturali;
dell’impatto delle tendenze di consumo sulle materie prime e dei processi industriali.
Due nuove aree: Fruit&Veg Innovation, focalizzata su fresco, frutta secca e disidratata, e Wine Discovery, l’area curata dalla Vinitaly International Academy.
Ci si è avvalsi inoltre, della preparazione degli chef dell’Associazione Cuochi Milano e Provincia.
Al fianco di TuttoFood, la più prestigiosa associazione di cuochi europea, presente in 15 nazioni e che conta 345 chef: JRE – Jeunes Réstaurateurs – ha curato l’Area Gourmet, uno spazio animato da eventi e show cooking con più di 120 prodotti della tradizione e dell’eccellenza culinaria di 12 paesi.
La partnership con Blue Sea Land ha permesso ci fosse, nell’area dell’ittico, uno spazio dedicato allo sfruttamento sostenibile delle risorse marine e dell’ecosistema euromediterraneo.
Ancora, TuttoGreen: prodotti macrobiotici, erboristici e vegani.
Rocco Siffredi ha fatto assaggiare il suo energy drink ad “alto contenuto d’amore”- Macalove. Cannavacciuolo ha creato ricette con Gorgonzola DOP. Assaggi di pizza Bio a base della nuova farina Caputo con Gino Sorbillo. Alessandro Borghese ha offerto una dimostrazione con la Pasta Armando.
Tra i protagonisti di questa edizione, l’olio extravergine di oliva italiano, presenza strategica per il rilancio dell’economia del settore.
Infine, Week&Food, cuore del fuori salone, si è ampliato fino a diventare Milano Food City: la prima food week della città.
(Guarda video)
Le tendenze del food di domani, le evidenze della ricerca Ipsos per TuttoFood:
la leggerezza è preferita da buona parte degli intervistati, il salato mette d’accordo tutti.
I millenials premiano l’innovazione e i gusti decisi, donne e persone mature la delicatezza.
Leggero, della tradizione, delicato (ma non troppo) e salato. Questo il piatto vincente del 2017, secondo quanto emerge dalla ricerca.
Cresce la voglia di mangiare fuoricasa, soprattutto tra gli abitanti del Nordovest, i laureati e i lavoratori.
Due i concorrenti della ristorazione: street food e online delivery.
Amiamo cucinare per gli ospiti, mangiare pesce e bere vino.
La crescita del fuori casa non si contrappone a meno tempo in cucina (1h e 30 in media).
Nel menu, come primo piatto noi italiani preferiamo una pasta a base di pesce, più distanti i primi al forno e i piatti di pasta a base di carne.
I secondi di pesce sono preferiti a quelli di carne.
I vini rossi più amati sono il Brunello di Montalcino, il Nero d’Avola e il Chianti;
i bianchi: Pinot Bianco, Chardonnay (è il bianco preferito dalle donne) e falanghina. Per il dolce la scelta principale è il tiramisù accompagnato da bollicine diverse a seconda del target: Prosecco nel Nordest e tra i baby boomers, Champagne per i millenials, Spumante dolce piemontese tra le donne.
L’etichetta viene letta in negozio da una percentuale molto bassa ma serve a fidelizzare dopo l’acquisto.
Marca e disponibilità dei prodotti influiscono sulla scelta: simulando quello che accade in un punto vendita, Ipsos ha valutato il legame tra il consumatore e la marca abitualmente acquistata.
Molti comprano il prodotto appena lo identificano.
Presto o tardi si fanno sempre i conti con affettività e fedeltà, persino quando,
Design, creatività, dj set, live, aperitivi, conferenze, incontri, dibattiti, party, talenti, artisti e una giovane primavera che porta rigenerazione: combinazione perfetta.
Il favoloso mondo del Salone (e del FuoriSalone) del Mobile continua a crescere e a far parlare di sé.
Sono sanguigna, non amo la gente che cammina con fare flemmatico fotografando tutto (intendiamoci, ognuno può camminare alla velocità che vuole e fare centinaia di foto, l’importante, è che non mi stia davanti) e non vivendo il momento, (come invece suggerisce Eckhart Tolle – New York Times Best Seller Author) di solito preferisco le giornate dedicate alla stampa, più fluide e sobrie – anche se le bollicine non mancano;
la folla non ha ancora conquistato le vie del Design, in strada ci sono solo addetti ai lavori, si possono scoprire con attenzione scorci affascinanti in tutti i distretti:
Brera e Isola, la zona chic.
Porta Venezia e Corso Buenos Aires, quintessenza del melting pot.
Lambrate: l’evoluzione della metropoli.
la Stazione Centrale e la Triennale, il Quadrilatero: cuore ed anima della città.
Cadorna, Sant’Ambrogio e Ticinese – nata tra i binari dei tram.
Porta Romana: le sue antiche mura e la porta monumentale.
Tortona, Porta Genova e Navigli: tra ex fabbriche dismesse, il corso d’acqua e la vita notturna. Punta di diamante, nella capitale finanziaria d’Italia.
La parola d’ordine?
Esplorare!
Per chi è meno esigente di me, infatti, sarà uno spasso prender parte alla bolla energetica che avvolge la città in questi giorni, grazie alle eccellenze presenti, leader nel settore dell’arredamento.
Itinerari tematici, più di 420 eventi,
ho scelto questi:
1. Sotto il segno del colore e dei nuovi materiali, il Superdesign Show, progetto di Gisella Borioli (Superstudio Più, via Tortona 27), con la direzione artistica di Carolina Nisivoccia, introduce tendenze e opportunità.
2. Wild Breakfast presso Nobody&co. Giardino delle Arti.
3. Cocktail da Armani, per dare un’occhiata al nuovo spazio.
4. Etro, “Le vie della seta”: la prima collezione di carta da parati della Maison.
5. Material Immaterial, in programma presso tre sedi espositive, invita ad esplorare la doppia anima di un progetto:l’universo fisico e materico della creazione e la dimensione immateriale dell’atto inventivo.
6. Cartier presenta: “When Ordinary Becomes Precious” progetto di visual art dove si incontrano design e gioielleria.
7. Presso il Ferrari Store una simbiosi di forma, materia ed eccellenza: la poltrona direzionale Cockpit, nata dalla collaborazione tra il Ferrari Design Center e Poltrone Frau
8. Oggetti, tessuti e un nuovo servizio tavola in porcellana: Hermès home universe, linee raffinate ed eleganti.
9. Un percorso sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele per contemplare il cielo e notare le finiture inedite proposte da Sirca, azienda specializzata in vernici per legno e metallo
10. Louis Vuitton Objets Nomades: oggetti ispirati al viaggio.
11. Jaeger-LeCoultre: presentazione della nuova Atmos 568 di Marc Newson. Un segnatempo eccezionale, il cui respiro è racchiuso in una sfera di cristallo Baccarat. Equilibrio tra design, virtuosismo tecnico e tradizione.
12. Marni Playland: distesa di sabbia popolata di oggetti, sculture d’arredo da interpretare e con cui interagire, realizzate da artigiani colombiani che hanno intreccioato a mano fili di PVC.
13. Bulgari: all’interno del giardino d’inverno della boutique, la Special Exhibiton racconta il mondo dell’architettura di Zaha Hadid.
14. Lo spettacolo degli artefatti presso il Piccolo Spazio Politecnico: installazione multimediale interattiva sulla possibilità di alcuni oggetti, di assumere un ruolo teatrale.
15. Brunello Cucinelli, casa di moda nota per la sua ricerca nel lusso quotidiano presenta Lifestyle 2017: un habitat che coniuga cultura e territorio.
Trecentomila esseri umani da 165 Paesi, oltre a questi, organi di stampa e visitatori.
Circa due minuti di video per il mio FuoriSalone 2017.
È stata presentata oggi a Palazzo Marino la prima edizione di “Tempo di libri”, la nuova Fiera dell’editoria italiana che sarà ospitata dal 19 al 23 aprile nei padiglioni di Fiera Milano Rho.
Un evento il cui carattere parte dal rapporto tra editori, autori e amanti della parola scritta.
Alla presentazione sono intervenuti il sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, l’assessore alle Culture, Identità e autonomie della Regione Lombardia Cristina Cappellini, la presidente de “La Fabbrica del libro” Renata Gorgani e i curatori Chiara Valerio, Pierdomenico Baccalario, Gianni Peresson e Nina Klein.
Ha moderato l’incontro la scrittrice Michela Murgia.
“Tempo di libri” sarà una festa, persino dopo l’orario di chiusura, infatti,
proseguirà con un “Fuori Tempo di libri”, aperture serali di biblioteche e librerie, performance musicali e maratone di lettura (in collaborazione con il Comune di Milano, BookCity e RadioCity).
In occasione di “Tempo di libri”, Milano Linate e Milano Malpensa ospiteranno il Book Crossing: presso i gate e le aree di ritiro bagagli dei due aeroporti, i passeggeri potranno lasciare un libro e prenderne un altro dalle apposite librerie realizzate in cartone riciclato.
Per il sindaco di Milano Giuseppe Sala, è interesse di tutti che negli anni questa manifestazione cresca.
Ideata e realizzata da “La Fabbrica del libro” (la società creata da AIE – Associazione italiana editori e Fiera Milano) sarà una manifestazione pensata per proporre contenuti aggregabili a partire da molteplici interessi e curiosità: 720 appuntamenti, 17 sale adibite agli incontri più un auditorium da 1000 posti, 35mila metri quadrati di spazi e oltre 400 espositori tra case editrici, riviste, associazioni, biblioteche, librerie, enti pubblici,start up.
L’elenco degli ospiti comprende molti autori, tra questi, grandi nomi della letteratura contemporanea internazionale e nazionale: David Almond, Corrado Augias, Brit Bennett, Sveva Casati Modignani, Aidan Chambers, Javier Cercas, Guy Delisle, Tom Drury, Ildefonso Falcones, Marcello Fois, François Jullien, M.G. Leonard, Carlo Lucarelli, Melania Mazzucco, Michela Murgia, Edna O’Brien, R.J. Palacio, Patrizia Paterlini-Bréchot, Francesco Piccolo, Roberto Piumini, Massimo Recalcati, Clara Sánchez, Roberto Saviano, Andrea Vitali, Irvine Welsh, Abraham Yehoshua.
Interverranno personaggi provenienti dal mondo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo, della politica, dello sport, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica.
Apertura e inclusività regoleranno ogni aspetto della Fiera.
“Tempo di Libri” si rivolgerà davvero a tutti.
Non ci saranno limiti d’età, come dimostra la ricca sezione dedicata ai ragazzi e alle scuole con un programma di incontri e laboratori: dai bambini in età prescolare agli allievi delle scuole primarie e secondarie. I ragazzi si confronteranno con grandi ospiti italiani e internazionali e potranno scegliere fra un ampio ventaglio di approfondimenti.
Il Sistema bibliotecario di Milano, con la Direzione Marketing metropolitano del Comune di Milano e con i Sistemi bibliotecari della Città metropolitana, allestirà nell’ambito della fiera una biblioteca funzionante che offrirà ai visitatori la possibilità di disporre di un’area di sosta dove poter leggere o partecipare a letture di gruppo, e sperimentare alcuni servizi che caratterizzano le biblioteche più innovative.
Tempo di libri è online e, in queste settimane che precedono la Fiera, sarà intensificata l’attività sui social network, attraverso la campagna “È tempo di leggere”, che inviterà tutti a dedicare almeno un’ora al giorno alla lettura di un libro condividendo il proprio incipit preferito.
Una grande casa nel cuore di Venezia, uno spazio aperto, dove abitare, lavorare, creare relazioni, in una delle città più belle del mondo.
Un appartamento che accoglie i viaggiatori con i comfort di un boutique hotel, e l’indipendenza della propria casa.
Casa Flora, ambizioso progetto di Gioele Romanelli
– hotelier da tre generazioni e proprietario di Hotel Flora –
realizzato in partnership con Diego Paccagnella, direttore creativo e fondatore di Design-Apart, piattaforma internazionale che ha portato a New York il design made in Italy.
Due mondi, quello dell’ospitalità e quello dell’innovazione, legati da un intento comune: creare un luogo per coloro che desiderano vivere il lato più autentico e contemporaneo della laguna.
L’architettura e gli interni del palazzo tipico veneziano incontrano il meglio del design artigianale e manifatturiero italiano.
Più di 20 le aziende coinvolte, che si sono messe in gioco e al lavoro per creare pezzi unici, come unica è l’atmosfera che si respira nella casa.
La porta d’ingresso si apre sul piano nobile: luce ovunque che modella lo spazio, grandi finestre, tre portali che collegano la zona giorno rendendo l’ambiente fluido e morbido,
è l’anima sociale della casa, pensata per essere condivisa, perfetta per pranzi e cene d’autore, preparati nella cucina ad isola al centro dell’appartamento e, serviti nella sala da pranzo, che diventa all’occorrenza sala meeting per importanti appuntamenti di lavoro.
Elemento distintivo di Casa Flora, richiamato fin dal suo nome, è l’aspetto naturale, che pervade le stanze e gli ambienti. Ecco che i colori della laguna diventano i colori delle camere da letto, dove i comodini si trasformano in porta fiori.
Qui si punta alla cura e al benessere della persona, per questo ogni camera ha il suo angolo dedicato alla lettura e la sua area SPA con hammam, all’interno di ampie sale da bagno: piccoli giardini privati e serre di relax, quasi fossero un’estensione naturale del giardino dell’Hotel Flora su cui si affaccia la casa.
Le pareti divisorie tra zona notte e bagno riprendono i vecchi serramenti delle serre, e i lavabi sono doppi, con una vasca funzionale e l’altra che accoglie piante da interno che permettono alla casa di respirare ulteriormente, in completa e naturale sinergia con il controllo high tech dell’aria.
Molti sono gli elementi tipici veneziani rivisitati dall’Architetto Matteo Ghidoni e dall’Interior designer Laura Sari: dalla graniglia con cui sono realizzati i lavandini reinterpretati in chiave attuale, alla pietra verde con cui è realizzato il top della cucina, che riprende interni antichi,
i tessuti Rubelli, azienda che ha portato le stoffe veneziane nel mondo, gli accessori realizzati in vetro di Murano da Salviati, il tavolo da pranzo e le porte in radica trattata di Xilia.
E’ da più di mezzo secolo che la famiglia Romanelli porta avanti con dedizione l’Hotel Flora, che si distingue nel panorama alberghiero di Venezia per calore, fascino e bien vivre. Un mestiere, quello dell’hotelier, che si tramanda dagli anni Sessanta, e che di generazione in generazione arriva fino a Gioele, innamorato della sua città.
Nel 2002, a proposito di amore, assieme alla moglie crea un piccolo e magico spazio di sole 9 stanze di ispirazione etno-chic, il Novecento, dove si sperimenta l’importanza di offrire un’esperienza più autentica e contemporanea.
Questo capitolo conduce la famiglia a dare vita a Casa Flora:
servizi personalizzati, eventi culturali aperti alla città, giovani designer internazionali, chef emergenti e prodotti del territorio.
La dimora finalmente apre le sue porte.
Benvenuti a Venezia, quella vera!
Conoscenza e responsabilità, rispetto del passato e necessità di guardare avanti sono le basi.
Scoprire luoghi, incontrare persone e vivere la città in modo diverso, come solo con un veneziano si può fare: visite guidate con itinerari studiati, tour notturni in barca per apprezzare il silenzio della città, lezioni di cucina locale; incontri con artigiani che portano avanti i “mestieri”,
ancora, eventi legati alla musica e all’arte contemporanea.
Un turismo intelligente e consapevole, capace di Interagire con la città e alimentare la sua cultura.
A Casa Flora, una selezione di libri d’Arte;
BRUNO, Libreria tra le più innovative e vivaci di Venezia, ha scelto la collezione di libri disseminata per la casa.
Foto storiche:
ARCHIVIO CAMERA PHOTO
Trecentomila foto, per lo più non pubblicate, che raccontano la storia di Venezia dagli anni Quaranta agli anni Novanta. Sulle pareti di Casa Flora una selezione speciale; per i curiosi è possibile visitare l’Archivio e scoprirne i segreti.
Wooden Taxi: MAGILLINO
Casa Flora offre ai propri clienti il check-in direttamente in aeroporto o in stazione. Il servizio viene effettuato da Magillino rigorosamente con taxi in legno, per iniziare al meglio una vacanza in laguna.
Prendersi cura dei tesori della città di Milano è semplicissimo: con l’Art Bonus,
strumento per contribuire alla realizzazione di interventi a favore del patrimonio culturale.
I progetti pilota sui quali il Comune ha scelto di investire, per iniziare, sono due:
–La Sala delle Asse (opera di Leonardo) al Castello Sforzesco:
il nome nasce dalle assi che un tempo rivestivano le pareti;
gli affreschi, intrecci vegetali con frutti, monocromi di radici e rocce, sono una pittura parietale a tempera su intonaco.
-La Sala del Grechetto nella Biblioteca Sormani.
Palazzo Sormani, sede della Biblioteca Comunale Centrale dal 1956, ospita alcune pregevoli sale, tra queste, la più famosa è quella del Grechetto, dal nome del pittore a cui si attribuivano originariamente le tele che la ornano.
I ventitré dipinti raffiguranti il mito di Orfeo che ammansisce gli animali, sono oggi associati a un anonimo artista nordico.
Join Suzy Menkes, International Vogue Editor, and 500 of the luxury and fashion industry’s top names for two days of learning, discussion and networking in one of the world’s most beautiful destinations, Oman.
Speakers already announced include:
Manish Arora,
Pierre Denis – CEO, Jimmy Choo,
H.E. Minister Sayyid Badr bin Hamad bin Hamoud Al Busaidi – Secretary General, Foreign Affairs, Sultanate of Oman.
Lapo Elkann – Chairman and Founder, Italia Independent Group and Garage Italia Customs,
Raffaello Napoleone – CEO, Pitti Immagine.
Topics to be addressed include:
– Reigniting the flames of consumer desire.
– Targeting bright spots of new wealth and growth.
L’associazione Go Wine il 26 gennaio inaugurerà l’anno 2017 con il tradizionale appuntamento dedicato ai vini autoctoni italiani: una serata di degustazione in cui sarà possibile conoscere ed apprezzare una selezione importante di vini con alcune etichette rare o poco conosciute. Il riferimento è legato al libro “Autoctono si nasce…” pubblicato in passato da Go Wine Editore e alle iniziative che hanno sempre visto l’associazione privilegiare la cultura e la comunicazione a favore dei vitigni-vini di territorio.
Sarà presentato un banco d’assaggio con una qualificata selezione di vini di aziende italiane, un’enoteca completerà il panorama della degustazione.
Sapori nuovi, terroir nascosti: un’avventura tra i nostri più insoliti autoctoni.
Ore 18,30 – 22,00
Hotel Michelangelo – Piazza Luigi di Savoia, 6
Milano
Nel corso della serata breve conferenza di presentazione.
Marinig – Prepotto (Ud); Rivetti Mario – Alba (Cn);
San Salvatore – Giungano (Sa); Scubla Roberto – Premariacco (Ud);
Stanig – Prepotto (Ud); Tamburnin – Castelnuovo Don Bosco (At);
Tenuta I Gelsi – Rionero in Vulture (Pz); Emilio Vada – Coazzolo (At);
Vigna Petrussa – Prepotto (Ud).
Selezione di Ruchè di Castagnole Monferrato, a cura del Consorzio di Tutela.
Con la partecipazione di Oleificio Lu Trappitu – Campobello di Licata (Ag)
Partner di Go Wine
Ancora, durante quest’inverno, Go Wine lancia un bando: la sedicesima edizione del Concorso Letterario Nazionale
“BERE IL TERRITORIO”, raccontare il vino attraverso un viaggio.
Dead line: 10 marzo 2017.
Un progetto che ha accompagnato la vita dell’associazione fin dalla sua costituzione, caratterizzandosi come una partecipata iniziativa culturale.
Pur rimanendo fedele all’idea che l’ha originato, il Concorso presenta nel nuovo Bando alcune modifiche significative.
Il tema del viaggio: i partecipanti sono invitati a farsi idealmente viaggiatori, indicando come tema il viaggio in un territorio del vino italiano, evidenziando il rapporto con i valori cari all’enoturista – paesaggio, ambiente, tradizioni e vicende locali.
Il tema del concorso si lega così in modo ancora più incisivo con la idea dell’associazione Go Wine che si rivolge innanzitutto a quella figura di consumatore consapevole, che ama conoscere e degustare vini di qualità, attribuire il giusto valore e significato ad una bottiglia, e avverte il desiderio di scoprire i luoghi dove ciascun vino si afferma e dove uomini e donne del vino operano.
A fianco delle due categorie della sezione generale è prevista la sezione speciale riservata agli studenti degli Istituti Agrari, con l’intento di valorizzare e premiare lavori di ricerca rivolti al tema dei vitigni autoctoni.
Scarica il Bando (è sul sito di Go Wine) al fine di ottenere informazioni per la partecipazione. I testi dovranno pervenire presso la sede nazionale di Go Wine in Alba; la cerimonia di premiazione è prevista ad Alba sabato 1 aprile 2017.
Oltre ai premi riservati ai giovani scrittori, Bere il territorio conferma il riconoscimento a “Il Maestro” e il nuovo premio speciale a favore di un libro, edito durante l’anno 2016, che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione.
La Giuria di Bere il Territorio Gli elaborati vincitori verranno scelti dalla Giuria composta da: Giorgio Barberi Squarotti (Università di Torino), Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Valter Boggione (Università di Torino), Bruno Quaranta (La Stampa-Tuttolibri), Massimo Corrado (Associazione Go Wine).
Per una più profonda lettura, si suggerisce di salutare il sole e sbloccare il chakra del cuore. 🙂
Music: Whitesnake – Here I Go Again
“Non resistere ad una posizione che non preferisci e non ti attaccare ad una posizione che ami.
Non dimenticare di supportare il peso del corpo bloccando il ginocchio.
Guarda il tuo ombelico, addominali contratti.
Bene.
Adesso – il guerriero, so che desideri la pace ma ricorda le caratteristiche di quest’ultimo: stabilità, equilibrio e forza.
Ad ogni respiro vai più a fondo, entra nella postura, per cercare, per capire.”
Sono da poco passate le 5 del mattino, “l’ora grigia”.
Si conclude una notte durante la quale, riflessioni e parole mi hanno fatto visita:
non voglio perderlo il bel vizio di tirare tardi la sera e accogliere il giorno nuovo restando accesa.
Da diversi mesi sono socia del villaggio fitness Virgin Active Collection.
Se avessi potuto, avrei chiesto alle energie universali di teletrasportarmi, per la mia pratica quotidiana di yoga, a Stoccolma, in Svezia risiede infatti una persona speciale, una delle mie più care amiche, una che non si ferma davanti a nulla e ama la vita come pochi sanno fare; questa persona è anche la donna che anni fa mi ha fatto innamorare dello yoga:
(La parola yoga deriva dalla radice sanscrita -yug, aggiogare, addomesticare.
Lo yoga è una disciplina finalizzata alla liberazione dai condizionamenti mediante il dominio dei sensi, la pratica delle posizioni mira al raggiungimento di un equilibrato stato psico-fisico, sciogliendo e rafforzando il corpo, placando, aggiogando appunto, la mente.
Particolare attenzione è rivolta al respiro: è importante ossigenare le cellule e i tessuti agevolando così concentrazione, silenzio interiore e rilassamento. La pratica costante consente di entrare in contatto con i nostri spazi più profondi, raggiungendo uno stato di maggiore benessere e consapevolezza).
Asa Sunding, la migliore insegnante dell’intero mondo, per me.
Credo di avervi parlato già di lei, ma “già”, non è “a sufficienza”.
Asa è straordinaria, certo come amica, ma anche come maestra: sente le tue esigenze, per esempio, mentre sei stesa sul tappetino, a fine lezione, stremata e felice, con la percezione di ogni vertebra ed organo interno coinvolti nel lavoro appena terminato, lei arriva, ti cammina sulla pianta delle estremità con leggerezza, e, come per magia, i residui di tensione presenti nel tuo corpo scompaiono; oppure, tu sei nella posizione del bambino, e lei fa pressione sulla schiena, aiutandoti ad allungarla,
per non parlare di quando, conclusa quella che
consideravo la storia più importante (non immaginavo che in futuro sarebbe arrivato nella mia vita un “bio terrorista dell’amore” agevolato dal materiale sentimentale esplosivo che, complice inconsapevole, io stessa gli avrei fornito) mi cullavo nel dolore, ed Asa arrivava a tirarmi giù dal letto ogni mattina:
mentre io preparavo il caffè, lei organizzava la sala per praticare.
Anche questo è il bello di Asa, non è una di quelle puriste che fanno dello yoga il loro Dio: Asa si lascia, come me (forse perciò siamo così amiche) contaminare dalla vita.
Caffè prima dello yoga? Perchè no. Drink in terrazza all’aperitivo? Of course…
Il suo modo di essere mi fa voler un gran bene a questa donna.
Riprendendo il discorso sulle energie universali, a quanto pare, avevano altre priorità, rispetto al teletrasportarmi, così, per non privarmi dello yoga, ho pensato di scegliere un club con personale qualificato, che avesse una buona day spa, un’area relax e una dedicata ai trattamenti di bellezza.
(Sono bilancia ascendente bilancia: pianeta Venere, qualità Cardinale, elemento Aria; me ne son fatta una ragione).
Dopo un giro in vari centri dedicati allo yoga a Milano, alla fine, ho optato per la Virgin.
I responsabili del centro di Vittorio Emanuele sono stati da subito efficienti ed il loro interesse è salito alle stelle dopo un fatto: durante una lezione di Antigravity, mentre volavo come una farfalla, il nodo della mia amaca (l’antigravity usa cone supporto un’amaca, i cui nodi sono fatti da insegnanti qualificati e certificati… per essere reali, le cose capitano, siamo umani e fallibili, così, può succedere che un nodo si slacci, anche se non dovrebbe) si è sciolto, e io sono cascata a terra come una pera cotta.
Mai successo prima.
A nessuno.
Buon per me che non fossi a testa in giù!
Ecco il commento di uno dei miei nipoti sull’accaduto:
“Zia ma come mai quando ci sei tu di mezzo, succedono sempre cose memorabili e bizzarre?”
Mi pare un’osservazione interessante, ma questa, è un’altra storia.
Le ragazze che lavorano al Desk sono state dolcissime, così, anche Elena, General Manager, e Tiziana, Product Manager; Natalino, “sciupafemmine”, Personal Trainer e Osteopata, venuto a conoscenza dell’accaduto, mi ha prontamente e generosamente offerto una terapia per il ginocchio…
subito mi sono rialzata, non c’è stato bisogno di alcun trattamento speciale, e, dopo qualche giorno di riposo, con una ginocchiera sono tornata a lavorare su me stessa.
All’inizio dell’avventura in Virgin, la me contestatrice si era fatta sentire:
“Non c’è insegnante come Asa, saranno tutti distaccati qui, non si mescoleranno, non si daranno.”
E invece Federica, Marco, Tyler Micocci: fantastici.
Poi, un giorno, Celeste.
Un nome una garanzia. Un paradiso di carica vitale.
Asa sarà sempre Asa, Nessuno potrà mai prendere il suo posto nel mio cuore, ma Celeste signori miei, Celeste ha dato un calcio sul fondoschiena delle mie convinzioni e ha zittito la me critica, Celeste mi ha spiazzato.
Dopo una pratica intensa, stuzzicato il chakra del cuore, io, in silenzio, appena coperto il corpo stanco e rilassato con un caldo asciugamano, ho iniziato a dar linfa alle mie emozioni…
e qui, il commento al fatto una volta riportato ad una mia amica napoletana, è stato:
“Uh… ma tu perchè fai le posizioni che riguardano il chakra del cuore Ale, e l’insegnante che ti incoraggia a farlo se te la senti, e tu ovviamnete te la senti e sblocchi stu’ chiakra, e lei non sa, quello che l’aspetta. Ma noi lo sappiamo”.
Celeste ha iniziato a parlare, in modo pacato, della casetta nel bosco con il saggio e il fuoco scoppiettante, e la città che brulica fuori ma tu hai la pace dentro…
si è avvicinata – sulla fronte e sulle tempie una miscela di oli essenziali mi ha immediatamente dato sollievo – con l’indice ha raccolto la lacrima che percorreva la guancia, poi, ha avvicinato il volto al mio, e mi ha stretto le spalle: erano le sue mani sulle mie spalle, era un abbraccio.
Ora Asa è lontana fisicamente, conoscendola potrebbe essere arrampicata su una montagna con il suo bambino (è una forza della natura, lo dico con un coinvolgimento importante ma vi assicuro, so essere obiettiva) e io voglio la luce, perciò,
in attesa di riabracciare la mia cara amica in una qualsiasi città del mondo,
benvenuta Celeste.
Ho sempre creduto fosse la pratica a salvarmi dal buio, quando la vita giocava a mettermi al tappeto, in realtà, non c’è mai stato, solo lo yoga, alla base della mia rinascita, dopo gli attentati subiti dal cuore: è stata la mia forza, e le rare persone di valore che hanno afferrato la mia mano, le persone giuste, quelle che sentono, quelle che amano.
Namasté.
“Being vulnerable is the only way to allow your heart to feel true pleasure”.
Bob Marley.
Alcune nozioni sui chakra
Secondo le tradizioni orientali nel corpo umano esisterebbero sette centri energetici principali, detti Chakra. I chakra hanno la funzione di assorbire l’energia universale per alimentare i vari livelli del campo energetico, collegarli con il corpo e rilasciare energia all’esterno. Chakra è una parola che rimanda al significato di una “forma circolare” : cerchio, vortice che si allarga a spirale Bindhu, punto da cui tutto parte e a cui tutto torna.
I chakra vengono anche chiamati Padma= loto, spesso infatti sono rappresentati come fiori di loto chiusi, semichiusi, o aperti, con differenti numeri di petali che possono essere rivolti verso il basso, verso la Terra, o verso l’alto, verso il Cielo, a secondo il livello di coscienza raggiunto da ogni persona. Quando il chakra è aperto, l’energia fluisce liberamente, quando il chakra è chiuso, o bloccato, l’energia trova un ostacolo e non penetra.
Un flusso squilibrato di energia può causare disturbi od alterazioni dì carattere psicologico con consequenziale insorgenza di diverse patologie a livello fisico. La totale apertura di tutti i chakra consente di raggiungere “l’Illuminazione”. Per “aprire” i chakra esistono molte tecniche diverse, basate sulla meditazione, sulle pietre, sui cristalli, su esercizi e movimenti fisici, sul massaggio, sui colori, sugli aromi.
I principali chakra sono composti di un vortice anteriore ed uno posteriore fatta però eccezione per il primo ed il settimo chakra, che invece sono singoli. Dal Secondo al Quinto chakra, l’aspetto anteriore si relaziona con i sentimenti e con le emozioni, mentre quello posteriore con la volontà.
Per quanto riguarda il Sesto (anteriore e posteriore) ed il Settimo, la correlazione è con la mente e la ragione. Il Primo ed il Settimo chakra hanno inoltre una funzione di collegamento: essendo i chakra più esterni del canale energetico, essi relazionano l’uomo con l’universo da un lato e con la terra dall’altro.
Ogni chakra sovrintende a determinati organi ed ha particolari funzioni.
Il Chakra del Cuore è situato al centro del petto, è il centro dell’intero sistema dei Chakra e costituisce il punto di transizione fra i tre Chakra inferiori e i tre superiori. Tutti gli altri Chakra dipendono da questo, poiché il cuore è il centro da cui nascono tutte le emozioni.
Nel Chakra del Cuore risiede il nostro Sé Superiore. Questo Chakra è considerato la porta d’accesso dell’anima, qui hanno origine sentimenti come l’amore, la gioia, la serenità, la compassione, ma anche il dolore e la sofferenza emotiva.
L’energia del Chakra del Cuore è associata alla vibrazione del colore verde (colore che rappresenta l’unione tra natura terrestre e natura celeste)
la sua apertura ti consente di stabilire legami profondi, di sviluppare empatia, di provare compassione e amore incondizionato nei confronti di tutti gli esseri viventi.
La parola che definisce il Chakra del cuore è “Anahata”, che significa “suono non colpito, non danneggiato”: si riferisce alla capacità del cuore di creare una melodia quando incontriamo delle persone che fanno nascere in noi l’amore.
La parola “Anahata” significa anche libertà di scelta, infatti è importante che siamo noi a scegliere in maniera consapevole di aprirci all’amore, di condividerlo con gli altri, anziché rifiutarlo e negarlo (come spesso accade quando siamo stati feriti o abbandonati da qualcuno che amavamo).
Un funzionamento disarmonico del Chakra del Cuore in genere si manifesta come una chiusura all’amore come meccanismo di difesa.
La gelosia, la confusione, l’amarezza, il risentimento, la paura… sono tutti sintomi di un Chakra del cuore chiuso, così come i litigi, l’infedeltà e altri problemi familiari.
I problemi fisici associati a un Chakra del Cuore chiuso includono malattie cardiache, allergie, ipertensione, cancro al seno, asma e disturbi del sistema immunitario.
Per sbloccare il Chakra del Cuore: stai a contatto con la natura, pratica la meditazione, usa olio essenziale di lavanda, mangia verdure a foglia verde, indossa abiti verdi e inserisci il colore verde a casa tua, infine, AMATI, perdona te stesso e gli altri.
Perdonare significa scegliere in maniera consapevole di smettere di portarti dentro la rabbia e le negatività.
Non possiamo controllare le azioni degli altri, quello che possiamo fare è scegliere il modo in cui reagire alle situazioni, da quale angolazione osservare un evento, e decidere se portare con noi il carico emotivo o lasciarlo andare.
Riequilibriamo il Chakra del Cuore: impariamo ad amare di nuovo!
presenta due giornate di dibattiti, riflessioni, dimostrazioni sullo stato attuale della scrittura a mano:
“La scrittura a mano ha un futuro?”
Convegno internazionale / Milano, 25 – 26 novembre 2016
Archivio di Stato, via Senato 10, Milano.
In occasione del XXV anniversario dalla sua fondazione, l’Associazione Calligrafica Italiana organizza due giornate di incontri sul tema della scrittura a mano in collaborazione con l’Archivio di Stato di Milano.
Per la prima volta calligrafi, graphic designer, artisti, storici, professori, autori, ricercatori italiani e internazionali si riuniscono per delineare lo stato attuale della scrittura a mano e le ipotesi sulla scrittura che verrà.
Un appuntamento rivolto a coloro che si interessano di scrittura nell’accezione più ampia del termine, per riflettere su come salvare una pratica fino a ieri alla base della cultura, e che oggi rischia di scomparire.
I TEMI
Per secoli, la scrittura è stata un’abilità manuale condivisa da tutti ed ogni individuo aveva uno stile personale; possedere una buona grafia era necessario sia dal punto di vista sociale che professionale.
Nonostante questa pratica abbia resistito bene all’impatto con le macchine da scrivere ed i telefoni, l’era digitale, prima con le email e ora con l’uso dilagante degli smartphone, la sta decisamente mettendo a dura prova.
Benchè negli ultimi anni si sia assistito ad un’importante riscoperta della calligrafia, la scrittura è oggi in declino, e questo fenomeno conduce alla necessità di porsi alcune domande essenziali.
La scrittura a mano ha un futuro?
Può sopravvivere con l’avvento dell’era digitale?
Perché scrivere con la penna oggi?
Fra mezzo secolo sapremo ancora scrivere in corsivo?
La scrittura e i bambini: come possiamo salvare la pratica nelle scuole?
Qual è la relazione tra mente e scrittura?
Cos’è la calligrafia oggi?
Sono questi alcuni dei temi alla base degli incontri che si presentano come un’occasione rara per entrare in contatto con personalità e maestri.
GLI INCONTRI
Ewan Clayton, calligrafo inglese conosciuto in tutto il mondo, autore del libro “Il filo d’oro”, rifletterà sul futuro della scrittura come pratica somatica; lo storico della scrittura Francesco Ascoli parlerà del perché scrivere ancora a mano; Brody Neuenschwander, noto text artist americano che vanta tra le sue collaborazioni nomi come Peter Greenaway, esporrà la sua visione sullo stato attuale della scrittura.
Su come salvare la pratica nelle scuole si concentreranno Angela Webb, presidente della National Handwriting Association, Anna Ronchi, calligrafa, Adriana Paolini, docente di codicologia.
Il professore Benedetto Vertecchi si occuperà di sviluppo cognitivo in relazione alla scrittura.
Il calligrafo Giovanni de Faccio tratterà la scrittura come ponte tra mente e cuore, infine, Luca Barcellona farà il punto sulla calligrafia contemporanea e sulla riscoperta di quest’arte nella comunicazione visiva attuale.
LE DIMOSTRAZIONI PRATICHE
Non capita tutti i giorni di vedere calligrafi e maestri al lavoro: i relatori si cimenteranno con dimostrazioni pratiche sui vari stili di scrittura, per svelare le loro abilità manuali e rispondere alle curiosità sulle tecniche dell’arte della bella grafia.
L’ARCHIVIO DI STATO APRE LE PORTE
In occasione dell’evento, l’Archivio di Stato di Milano renderà accessibili i suoi tesori con visite guidate, mettendo in mostra documenti che coprono più di mille anni di storia della scrittura: papiri romani, attestazioni medioevali, breviari in scrittura cancelleresca del Quattrocento e molto altro.
Un’opportunità straordinaria per scoprire un mondo solitamente inaccessibile.
L’ASSOCIAZIONE CALLIGRAFICA
La missione dell’Associazione Calligrafica Italiana è stata di reintrodurre l’arte della calligrafia in un paese in cui stava per essere dimenticata, nonostante proprio in Italia, nel Rinascimento, siano state gettate le basi di questa arte.
non rinnegare il passato, non ignorare il lavoro dei Padri Costituenti.
#iovotono
Perché?
– Se vincesse il Sì, come le Province, neanche il Senato sarebbe più eletto: i Senatori (il taglio del numero dei Senatori varrebbe meno di 1 Euro per italiano) sarebbero nominati dai partiti e
“La sovranità non apparterrebbe più al popolo”.
– Il partito in testa, anche con pochi voti, avrebbe la maggioranza assoluta in parlamento.
– In caso di “interesse nazionale” lo Stato scavalcherebbe le Regioni anche su temi di loro competenza.
– Il Governo ha chiesto la fiducia per approvare la legge elettorale “Italicum”, ora vorrebbe mutarla.
È questo il Governo che meritiamo?
– Il problema non è il bicameralismo perfetto o imperfetto, avere una Camera o due, il punto è garantire il confronto su leggi riguardanti tutti gli italiani.
Con il Senato debole e la Camera della stessa maggioranza, il potere sarebbe concentrato al vertice, il ruolo del Governo risulterebbe preponderante:
potrebbe dettare leggi, urgenze, tempi,
a discapito di Parlamento, Regioni e Autonomie locali.
– Per la Camera i partiti sceglierebbero i capolista:
solo il quaranta per cento sarebbe eletto secondo le preferenze espresse.
Che ne sarebbe del voto libero e uguale, se un voto potrebbe far eleggere tre deputati e un altro nessuno?
– I Senatori verrebbero da Regioni diverse, godrebbero dell’immunità parlamentare e sarebbero protetti perciò da perquisizioni e arresti.
Quando si dovranno scegliere i Senatori, chi, verrà scelto?
“GLI ALTRI”
– I SOSTENITORI DEL SÌ –
RACCONTANO CHE RISULTEREBBE TUTTO PIÙ SEMPLICE, MA I FATTI SUGGERISCONO CHE A CAUSA DELLE DIVERSE PROCEDURE PER APPROVARE LE LEGGI, CI SAREBBERO RITARDI, RICORSI E PARALISI.
“GLI ALTRI”
RACCONTANO CHE SI TAGLIEREBBERO I COSTI.
(…)
FANNO NOTARE CHE SE VOTI NO, NON CAMBIERÀ NULLA.
IO MI AUGURO CI SIA UN CAMBIAMENTO PER IL MIO PAESE, MA NON È QUESTO, IL CAMBIAMENTO CHE VOGLIO.
Gli italiani, se vincesse il Sì, avrebbero meno possibilità di proporre e far attuare BUONE LEGGI PER CAMBIAMENTI REALMENTE IMPORTANTI PER IL PAESE.
Il 4 dicembre VOTA NO!!!
La Costituzione affida allo Stato il compito di offrire libertà e uguaglianza a tutti,
chi governa dovrebbe assumere questo compito.
Con la revisione della Costituzione, il potere degli italiani di far valere i propri diritti si restringerebbe, e l'”Italicum” permetterebbe a pochi di comandare su molti, probabilmente, non curando l’interesse di questi ultimi.
Dopo l’intervista curata da Gianni Poglio al Teatro S.Babila di Milano, durante la settimana intensa di Panorama d’Italia, ho conosciuto Fabio Rovazzi, youtuber che ha raggiunto enorme popolarità grazie al suo pezzo: “Andiamo a comandare” tormentone dell’ultima estate.
Milioni di visualizzazioni, fan in delirio per Rovazzi.
Il giovane “super divertente”
– per dirla a modo suo –
chiarisce:
“Nel testo non c’è alcuna valenza politica o religiosa.
Inoltre io non sono un cantante ma un ragazzo che ha pubblicato 4 video su you tube, e ha avuto fortuna.
Solo ora sto imparando ad usare il diaframma in modo corretto”.
Per la musica ha lasciato gli studi, ma suggerisce a chi lo segue di non fare altrettanto: non è semplice e non è prevedibile il successo, perciò, saggio non azzardare.
Rovazzi è un ragazzo con la testa sulle spalle, non si mostra arrogante, è dolce, posato (i miei complimenti a chi lo ha educato);
non è affatto superficiale, come alcuni critici musicali vorrebbero far credere, storcendo il naso alla sua hit.
Fabio è attento alle cose che dice e trasmette calma a chi ha modo di interagire con lui.
Inoltre, sostiene la campagna:
“Con il libro di Ale, andiamo a comandare”!😂
(Guarda video).
Grazie Fabietto, artisticamente e umanamente mi sei piaciuto tanto.
(Sappi che ho gusti difficili!)
Ricordo che la sottoscritta continua ad essere contro ogni forma di potere, anche quando “Va a comandare”:)
Si è conclusa la quinta edizione di Milano Golosa, manifestazione ideata e organizzata dal gastronauta Davide Paolini, giornalista, e autore del libro:
“Il crepuscolo degli chef. Gli italiani e il cibo tra bolla mediaticae e crisi dei consumi”.
Un’edizione importante:
oltre 13.000 presenze,
quasi 200, gli espositori che hanno portato a Milano i loro prodotti da tutta la penisola.
Al centro della scena la purezza della materia prima e coloro che la producono, rispettando qualità e tradizioni.
Paolini si augura che dopo il cooking show, esaurita la tendenza a privilegiare l’immagine, si arrivi al making show, con contadini e viticoltori protagonisti.
Davide Scabin sostiene che dopo il crepuscolo degli chef, ci sarà la rinascita dei cuochi.
Panini Durini di Milano, con il panino Settembre, ha vinto il contest
Panino, passione italiana.
Dibattiti, degustazioni, eventi, durante l’intensa tre giorni milanese:
si è parlato anche di vino, nell’incontro
Pietra, vetro, porcellana: nuove vie per il vino?
Benjamin Zidarich, vignaiolo del Carso, ha portato la tradizione millenaria dei vasi di pietra ricavata dalle cave della zona; StefanoAmerighi l’esperienza maturata sui Monti Sibillini con il Pecorino affinato in damigiane di vetro; Fabio Gea il percorso di sperimentazione di contenitori vinari realizzati in particolari ceramiche cotte ad alte temperature.
Alle 13 migliori botteghe artigiane d’Italia è andato Il Premio Kia alle Botteghe Golose d’Eccellenza, iniziativa nata in collaborazione con Kia Motors Italia.
I vincitori: Erbavoglio di Aosta, Gastronomia Gallo di Torino, Parla come mangi di Rapallo (Genova), Damini – Macelleria e Affini di Arzignano (Vicenza), Latte e… di Treviso, Baita del Formaggio di Milano, Enogastronomia Giusti di Modena, Gastronomia Galanti di Firenze, Il Merlo di Camaiore di Camaiore (Lucca), Roscioli di Roma, La Tradizione di Roma, La Tradizione di Vico Equense (Napoli), Campania Mia di Napoli.
A Milano Golosa, mi son sentita a casa…
ho riconosciuto profumi e sapori:
diversi gli espositori campani, disponibili e generosi.
Simona, Marco e gli altri ragazzi della Pasticceria De Vivo, di Pompei, nata nel lontano 1955, mi hanno accolta con un babà e conquistata con calore/calorie, sorrisi e liquore – per essere precisa, il liquore al peperoncino, nato dall’estro dei simpaticissimi Piolo&Max, era una proposta della Piccola Bottega Spiritosa di Trieste.
Nelle creazioni della pasticceria De Vivo, il sapore del Sud, e prodotti che non disdegnano contaminazioni con il nord;
è il caso del Pan Sfogliatella,
il re di Milano incontra la regina di Napoli:
l’impasto del panettone con il ripieno della sfogliatella napoletana.
Tutti i lievitati nascono sotto la “regola del lievito madre“, seguendo un lungo processo di crescita di 36 ore. SENZA COLORANTI, SENZA ADDITIVI CHIMICI.
Il Pan Cassata, il Pan Choco Rhum, Il Pan Fichi & Noci, Il Pan Gelso
– un impasto con gelso candito del Vesuvio e foglie di menta cristallizzata.
Il Pan Caprese, il Panis Dulcis Pompei, che rievoca l’antica Pompei.
Ancora la regina, la sfogliatella:
racconta la storia del mio popolo;
– nata in un convento sulla Costiera Amalfitana, per caso: in un giorno dedicato alla lavorazione del pane, una delle monache trovò in cucina della farina di semola cotta nel latte, e per non buttarla, vi aggiunse frutta secca, limone e zucchero, e inserì il ripieno in un cappuccio di pasta sfoglia da cuocere in forno –
è il cuore di Napoli che, caldo, dietro una delicata pasta, si lascia scoprire;
delizia che ad ogni morso svela anni di amore e dedizione.
L’universo in un boccone.
Dalla cura, dalla pazienza, dall’attenzione, da un rito lento e dovizioso, nascono
le sfogliatelle chips, brevettate dopo attenti e scrupolosi controlli dal team De Vivo.
Le ho mangiate in bici, mentre rientravo a casa: pedalavo e sgranocchiavo.
Non ho neanche provato, ad opporre resistenza.
Dopo tanta dolcezza, io, golosissima, persa e inebriata.