L’abbiamo scampata bella

Tempo fa, reduce da un ruggente pomeriggio trascorso al pronto soccorso, mi sono chiesta quante volte, nell’arco della vita, io l’abbia “scampata bella”.

Quella volta in cui appena tredicenne, mi son tuffata in mare, con alcuni coetanei, da ‘Le Batterie’: un tratto di scogliera del promontorio di S.Felice Circeo, pronunciando a gran voce parole tratte da un manga giapponese, parole delle quali ancora oggi ricordo il suono ed ignoro il significato, parole amate dai miei amici, gli amici delle estati da ragazzina. Incosciente mi lanciavo nel vuoto.

Oppure quella volta in cui, mi sono ritrovata con la macchina in panne, di notte, sola, nel parcheggio ormai deserto di un’arena, dopo uno spettacolo teatrale, e ho chiesto aiuto ad un’amica, che si è presentata con un ‘pilota mancato’ (…) pilota dalle percezioni alterate; la sua Ferrari sfrecciava sulla strada come se lui non volesse un domani. Scesa dall’auto mi sentivo un ex-avocado ormai trasformato in guacamole.✔

Quella volta in cui, rientravo a Napoli da Roma, con l’amata Supercar sportiva scappottata e, a mia volta, ho esagerato con l’acceleratore; è spuntata un’altra auto, dopo un brusco movimento, la mia ha iniziato a girare su sé stessa più volte, nell’aria odore di pneumatici bruciati. – Controllare una sbandata richiede nervi saldi – ho pensato lasciando l’autostrada, tremando, dicendomi che in futuro sarei stata cauta nel ‘dare gas’ e ringraziando ogni santo presente sul calendario per essere uscita incolume dall’avventura.✔

Quella volta in cui un boccone mi è andato di traverso, stavo per soffocare, ma chissà come son riuscita a salvarmi.✔

Quella volta in cui, su un’isola dall’altra parte del mondo, pur di arrivare al ‘Full Moon party’, io e un ragazzo Australiano ci siamo arrampicati su un carretto che cadeva a pezzi, unico mezzo disponibile per giungere a destinazione. Ad ogni curva mi pareva di perdere l’equilibrio e quasi volare via, eppure, ero davvero felice.✔

Quella volta in cui ho messo il cuore nelle mani di una persona e quella persona, tempo dopo, me lo ha riconsegnato in frantumi, ed io NON SONO MORTA.✔

Quella volta in cui sfrecciavo in scooter, pioveva (quando piove lo smog e i residui lasciati dalle vetture si mescolano all’acqua, creando una patina viscida sull’asfalto) e ho frenato, d’impulso, col freno che non si dovrebbe mai toccare in caso di pioggia (quello anteriore), per fortuna rispettavo la distanza di sicurezza dal veicolo che mi precedeva; mi son trovata faccia a terra e mi son rialzata neanche  fossi Wonder Woman: senza un graffio.✔

Quelle volte in cui, ho visto passare davanti ai miei occhi tutti i tipi di droghe pesanti, ma ho voluto che un latente timore misto al rispetto per il mio essere al mondo, avessero la meglio sulla curiosità.✔

Quella volta in cui guidavo un Quad in Nord Europa, con accanto la mia miglior amica, e ci siamo ritrovate ridendo a crepapelle in riva ad un fiume… ribaltate e vive.✔

Quella volta in cui ero in bici, sono scivolata sulle foglie bagnate, sui binari del tram, sui sanpietrini, su una grata e (ripensandoci mi pare assurdo) mi sono solo rotta un dito.✔

Quella volta in cui in Asia, alloggiavo in un resort nella giungla (le fantastiche avventure di Ale tra pipistrelli e cobra): alle 23 si spegnevano le luci ed io, sempre in ritardo – perché a leggere sull’amaca del bar in spiaggia, fino all’ ultimo minuto di elettricità  – raggiungevo la palafitta con l’aiuto di una fioca torcia, praticamente a piedi nudi.✔

Quella volta in cui anziché montare a cavallo stavo per essere la protagonista della monta del cavallo!😂✔

Anche i più saggi tra voi, almeno in una circostanza, l’avranno ‘scampata bella’.

Per tutte quelle volte nelle quali non abbiamo dato il giusto valore alla nostra vita, siamo stati superficiali, rapidi, svagati, svaporati, sciocchi, nzallanuti” * per dirlo alla napoletana, o, solo, ragazzi wild, e per le volte in cui il caso ci ha messo lo zampino (un grande uomo sosteneva che: “Il caso è caso solo perché non conosciamo tutti i casi che hanno condotto a quel caso”), ecco i miei suggerimenti di sopravvivenza (non sono regole di vita, a che titolo potrei darvi regole? Di vita poi. Sono suggerimenti per sopravvivere alle vostre azioni).

Dunque:

Suggerimento numero uno: se siete in lingerie in un giorno d’estate, in pausa pranzo, a casa, smettetela di fare qualsiasi cosa stiate facendo! Nello specifico, indossate abbigliamento antinfortunistico prima di stappare una bottiglia di vino ghiacciata, malauguratamente la bottiglia esploda.

Suggerimento numero due: non mettete in carica alcun device in bagno o in cucina, luoghi dove uno schizzo d’acqua unito all’elettricità potrebbe porre fine alla vostra storia. Non caricate lo smartphone dove dormite, le lenzuola, il cuscino, potrebbero prender fuoco (sembra pleonastico ma a volte ricordare semplicemente cosa fare e cosa non fare può servire). Quando caricate gli strumenti tecnologici, utilizzate come base un piatto in ceramica.

Suggerimento numero tre: dopo aver fritto manicaretti squisiti seguendo le ricette della vostra nonna, ricordate di aspettare che l’olio nella padella si sia completamemte raffreddato, prima di aggiungere acqua (a meno che non amiate cuocervi al flambé).

Suggerimento numero quattro: ricordate che il vapore del ferro da stiro può ustionare gravemente perciò attenzione a dove dirigete il getto, quando la casalinga/il casalingo, che alberga in voi prende il sopravvento sulle altre figure che vi abitano.

Suggerimento numero cinque: i grattacieli, quelli di New York ad esempio, (per scrivere di una città che luccica nella mia anima), dopo una nevicata copiosa sono ricoperti di neve, questa tende, a seconda della temperatura, a fondersi o a trasformarsi in ghiaccio grazie al processo del metamorfosismo dei cristalli. Il ghiaccio può staccarsi e cadere di sotto, è consigliabile allontanarsi dal perimetro degli edifici in questione.

Suggerimento numero sei: se vi trovate a Los Angeles in una limousine e mettete la testa fuori dal tetto panoramico, mentre fate le buffone distratte, potreste perderla. Meglio evitare…

Suggerimento numero sette: la marmitta di una moto accesa brucia; se un bel fusto vi porta a fare un giro sulla sua due ruote, tenetelo a mente, occhio ai vostri polpacci!

Suggerimento numero otto: l’elica di uno yacht è molto pericolosa. Finché la barca va tu non nuotare!

 

Mettete sempre la testa nei passi che vi apprestate a compiere. Ponete attenzione e probabilmente nulla di spiacevole vi accadrà.

Se il danno c’è stato, se siete feriti, le vostre ferite saranno un insegnamento, un trofeo (copyright Louisiana da Cagliari); un ‘pro memoria’, letteralmente vi saranno utili ‘per memoria’.

Abbiate cura – come ‘Il Piccolo Principe’ faceva con la sua rosa – dei vostri errori.

Amate, la traccia dei vostri errori.

Da quelli che son definiti errori (sai dirmi, davvero, cosa sia un errore?!) si impara, pare.

Rendete speciali le lezioni apprese. Ciò che conta, è che gli sbagli non siano fatali.

Adoperate metodo nel fare le cose, e tenete a mente questo: se siete amanti del brivido, il brivido alla fine vi verrà a cercare.

Siate presenti.

Guardate avanti.

*‘Nzallanut: voce napoletana di persona che appare confusa, stordita, spaesata, con la testa fra le nuvole.

 

 

 

Questa voce è stata pubblicata in Il nostro corpo è un tempio., salute, Storie, viaggi, Vita e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.