Francesco Arena – Jean Bedez – Hans Bellmer – Elisabetta Benassi – Gerard Bérebby – Elvio Chiricozzi – Jan Fabre – Sophie Ko – Damien MacDonald – Maud Maffei – Simone Pellegrini – Cécile Reims – Pietro Ruffo – Delphine Valli – Antonello Viola.
Novecento, San Marco 2683/84, Venezia
10 maggio – 8 luglio 2019
“I progetti migliori di un artista sono quelli non realizzati.” Jan Fabre
Una mostra che mette in scena le utopie degli artisti, i sogni di opere che non vedranno la luce o destinate per loro costituzione a trattare il tema dell’incompiuto.
L’anima più nascosta e preziosa del pensiero creativo.
Una dimora suggestiva e intima nel cuore di Venezia, lontana dalla folla e dai consueti itinerari, che svela le sue meraviglie e suoi segreti poco alla volta, accogliendo i visitatori in saloni eclettici, tra tessuti preziosi, arredi etnici e richiami che rimandano allo stile unico di Mariano Fortuny.
Su questi elementi nasce “Looking for Utopia“, progetto espositivo patrocinato dall’Institut Français e curato da Bianca Cerrina Feroni e Melania Rossi, che lavorano per dar vita ad un percorso che si snoda attraverso gli spazi comuni del piano terra e del piano nobile di Novecento.
Una mostra composta quasi integralmente da inediti, che permette di accedere ad uno degli interni più autentici e di carattere della laguna.
Disegni, collage, fotografie, maquette e piccoli bozzetti scultorei sono alcuni dei mezzi di cui gli artisti selezionati per la mostra si sono serviti per “fermare” e “formare” un’idea.
Il fil rouge che lega i lavori in mostra è l’aspetto progettuale e l’ispirazione che precede la genesi delle opere, il mondo parallelo in cui queste hanno il grado massimo di sublimazione: la non concretezza, l’idea pura e libera perché ancora appartenente all’universo delle infinite possibilità della fantasia.
In questa mostra si collocano anche alcuni lavori finiti che declinano il tema utopico nelle sfide della contemporaneità: i confini, le migrazioni, la trasmissione del sapere, la fugacità delle immagini nell’epoca dell’istantaneità.
Un piccolo nucleo di opere moderne provenienti da collezioni private amplia l’orizzonte di riflessione e crea un ponte tra le rivoluzioni culturali del ‘900 e i giorni nostri.
Lo slancio alla base di questi progetti mostra la possibilità e l’impossibilità di una nuova relazione con il mondo. Luoghi in cui riflettere sulla società in piena ridefinizione, che danno impulso all’azione e al confronto con la realtà per immaginare nuove strade.
Info +39 0412413765