Un’obiezione ferma, gentile ma chiara, pronunciata per esprimere il proprio dissenso contro l’opacità dei tempi.
Questo è il tema scelto per la XIV edizione di Torino Spiritualità (26-30 settembre 2018).
Dice preferisco di no chi crede che il dolore di un altro essere umano non sia diverso dal proprio, e davanti alle violazioni di dignità e diritti reagisce come limatura di ferro davanti a un magnete: non resta dov’è, perché la sostanza stessa di cui è fatto gli impone di ridurre la distanza.Dice
Dice preferisco di no anche chi sa rimanere al suo posto, perché in alcuni casi il no può essere una zavorra preziosa, che trattiene dall’accodarsi al gregge o dal mettersi a ringhiare con il branco.
Gli incontri, i dialoghi, le letture e gli spettacoli di Torino Spiritualità partono con due lezioni sulla riflessione intorno alla “scelta in negativo”, tema di questa edizione, scelta che pressioni, spinte e conformismo non riescono a scuotere. Scelta che nega e afferma che qualcosa di incalpestabile esista, e bisogna proteggerlo dalla morsa del mondo.
Nella Chiesa di San Filippo Neri (via Maria Vittoria, 5), location che ospita l’inaugurazione, la prima a prendere parola è la studiosa inglese Asha Phillips, autrice del long-seller internazionale:”I no che aiutano a crescere” (Feltrinelli), analisi del concetto e prassi del rifiuto nel rapporto genitori-figli.Nella sua lezione, Il no che unisce, mercoledì 26 settembre, ore 18.30, la psicoterapeuta getta una luce nuova sul minuto avverbio protagonista del festival: l’atto di dire no, spesso associato all’egoismo, all’esercizio della forza, all’immagine di una barriera che impedisce ogni legame, può essere una grande occasione per concedersi una pausa e non agire sull’onda di impulsi, perfezionismi e abitudini, o perché schiacciati dalla pressione del mondo.
Opporre un no agli automatismi – secondo Asha Phillips – è un modo per dare spazio al momento presente, concederci la possibilità di riflettere su quanto abbiamo di fronte e scegliere una risposta che sia veramente nostra.
La seconda voce del festival è Gino Strada, medico chirurgo da venticinque anni in prima linea con Emergency per portare assistenza alle vittime di conflitti e povertà. Gran parte della vita spesa lungo i fronti di tutto il mondo gli impediscono di rassegnarsi alla guerra e alla diseguaglianza. “Verso una nuova resistenza“ è il titolo della lezione che si terrà oggi alle ore 21, un appello a non chiamarsi fuori, a non distinguere il mondo tra mio e tuo, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza. L’incontro è in collaborazione con Emergency Gruppo di Torino.
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