I funghi, definiti dall’imperatore Nerone “cibo degli dei”, sono legati indissolubilmente ai cicli stagionali e alle condizioni climatiche. Per poter “andare a funghi” la temperatura deve essere compresa tra i 15 e i 25 gradi, la maggior parte dei funghi esige un clima caldo umido.
Propizie alla produzione sono le giornate afose che fanno seguito agli acquazzoni tardo-estivi. La stagione di maggiore produzione fungina è compresa fra i primi di Agosto e la fine di Settembre.
I funghi si trovano lungo le sponde dei fiumi, nei boschi, nei prati e nei pascoli, negli orti, nei giardini, nei parchi di città e sull’asfalto.
Possono crescere anche nelle case, in cantina, sotto il porticato, sulle travi di legno. L’habitat ideale però è il bosco, in tutte le sue varietà ed espressioni. Le zone migliori sono gli spazi aperti, la fascia di confine fra prato e bosco.
Non è facile dare un nome a tutte le specie che si incontrano e il loro riconoscimento è un’arte che si impara studiando e facendo esperienza.
Una preparazione di base include la conoscenza dei caratteri morfologici, di forma o macroscopici. Fondamentale è l’osservazione diretta dell’ esemplare.
Importante è rilevare i caratteri organolettici e studiare i caratteri ecologici (habitat, terreno…), occorre tener conto della reattività ad azioni con reagenti chimici, e dei caratteri microscopici, il cui rilievo è possibile solo attraverso l’uso di strumenti ottici adatti.
Per quanto riguarda i caratteri morfologici, possiamo raggruppare gran parte delle specie in tre famiglie:
- le Agaricacee: con i carpofori portanti sotto il cappello delle lamine radiali, le lamelle.
- le Poliporacee: sotto il cappello tanti tubicini appressati terminanti in piccoli fori, i pori.
- Infine la famiglia delle Idnacee: sotto il cappello si nota la presenza di numerosissimi aghi, gli aculei.
In questa sintesi ci si riferisce a funghi di forma classica. E’ utile tenere sempre una guida per riconoscerli e passeggiare con un esperto quando possibile. Le regole sono poche: vi occorre un abbigliamento comodo, scarpe da trekking, un fischietto (nel caso in cui vi perdiate nel bosco), una bussola e, essenziale, un buon bastone di legno: servirà a spostare le foglie che potranno nascondere il fungo. Utilizzate un bastone robusto e lungo (non rompete i rami degli alberi per creare il vostro bastone, raccogliete da terra un ramo già secco).
Munitevi di un cesto che permetta all’ aria di circolarea all’interno e alle spore di cadere. Scegliete il cesto in maniera adeguata, create uno strato morbido in gommapiuma per il manico e un laccio che vi permetta di portare in spalla il cesto.
Portate con voi un coltello, per sollevare il fungo dalla base senza farlo rompere; se raccoglierete bene un fungo, questo vi tornerà utile nel riconoscimento.
Guardate ogni albero, fate attenzione ad ogni tipo di rigonfiamento sul terreno, aiutatevi con il bastone, smuovete le foglie, e se trovate un fungo non toccatelo, assicuratevi della sua non velenosità prima. Se inciampate in un fungo velenoso lasciatelo stare (non rompetelo, non calpestatelo contribuisce all’equilibrio dell’ecosistema).
Raccogliete solo i funghi di cui è sicura la commestibilità.
Ora siete pronti per partire.
Articolo realizzato grazie alla consulenza della Dott.ssa Gaia Luongo, tecnologa alimentare -esperta in micologia.
All rights reserved Alessia Luongo Di Giacomo