Red Velvet

Hanno consegnato 12 rose rosse a casa mia.

Vivo da sola.

Si presume le rose siano per me.

 

12 rose rosse a gambo lungo.

12 rose Red Velvet che neanche i cupcake della bakery nel Greenwich.

12 rose rosse: un odore che sintetizza tutte le essenze de “Il profumo” di Süskind.

12 rose rosse con un biglietto – privo di firma, ma ne ho intuito il mandante – che riporta la frase di D’annunzio:

Rosam cape, spinam cave.

Appunto.

 

Non è una novità, ricevere dei fiori.

Per fortuna, capita spesso.

Chi mi conosce davvero mi vuole bene:

non solo, prevedibili corteggiatori che sperano di accapararsi qualche consenso, mi omaggiano con pensieri floreali,

anche le amiche lo fanno – regalano lillà, fresie, fiori di cotone o girasoli .

 

Persino il giovane indiano che vende rose all’ingresso del ristorante sotto casa, ogni volta che ci incontriamo, mentre blocca con il piede il portoncino (mi agevola, nel portare dentro la bici) dona rose, rose stabilizzate:

non sono come le mie 12 Red Velvet,

comunque basta il pensiero no?

 

Un gesto gentile.

Ricambio: quando preparo la crostata di visciole,

ne faccio una anche per lui;

mi pare sia sempre felice di riceverla.

 

Nespole!

Ora che ci penso, forse ho una relazione

platonica con l’indiano.

Non l’avevo mai vista in questo modo

– fino ad ora.

 

Torniamo al discorso principale.

 

Queste rose qui, a differenza delle rose ricevute in passato, mi hanno mandato in crisi.

Non sono rose sudafricane portatrici di promesse fatte e mai mantenute, racchiuse in  raffinate confezioni da fioristi di lusso.

 

Non sono le trecento rose rosse – che volgarità – tipiche di un finto uomo “Tutta Fuffa”.

 

Scene già vissute.

 

“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto:

chi ha dato, ha dato, ha dato,

scurdammoce ‘o passato,

ecc…ecc..”

 

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Queste qua, le rose Red Velvet,

sono 12 rose rosse.

Le stesse che una volta regalarono anche a Coco.

Semplici.

Belle, e, come natura detta, con tante spine.

12 rosse rosse che curo da due giorni come

fossero uova cadute da un nido.

12 rose rosse – non in numero dispari, ma 12:

“Con 12 o multipli, si vuole dimostrare un sentimento di amore e passione.

Regalare 12 rose rosse significa:

-RESTA CON ME –

Pensiero importante, portatore di un messaggio forte.”

 

Che paura.

Non esageriamo.

Son solo rose…

 

Può risultare destabilizzante, per una single incallita, un bel giorno, sentirsi dire:

“Voglio te nella mia vita, non so come tu abbia

fatto, ma ormai sei nel mio cuore.

Credevo di averlo sigillato.

Hai trovato una via.

Devi essere entrata da qualche parte,

forse di traverso.

Avrai usato una fiamma ossidrica speciale”.

 

12 rose rosse per le quali non ho ringraziato.

“Che scostumata!”

direbbero i più, ignari –

A me, de “i più” non interessa un fico secco.

 

Conta, invece,

chi mi ha offerto quelle rose.

Magari anche quest’uomo, si aspettava io

ringraziassi… a quest’ora avrà intuito che le

convenzioni sociali mi annoiano:

infatti non ha battuto ciglio,

starà cercando di capire come entrare

nel mio, di mondo.

 

Il cuore, e le sue porticine magiche: 

contemporaneo Paese delle Meraviglie… e dei

Drammi.

 

Lui non lo sa, in cosa si andrebbe a cacciare.

Per avere a che fare sentimentalmente con me, 

ci vuole una patente speciale;

a quanto pare, ha intenzione di iscriversi al corso

per tentare di prenderla.

 

12 rose rosse con un gambo tanto lungo

che nessuno dei miei vasi era adatto.

Ho risolto con una brocca di cristallo.

Finora son riuscita anche a non farla cadere,

nell’avvicinarmi per annusarle.

 

Non l’ho ringraziato, l’uomo delle rose, ma ho

impostato la sua foto come schermata di blocco

del mio smartphone.

Voglio guardarlo bene in faccia, questo pazzo

che ha deciso di non riuscire a stare senza me.

Ammesso, riesca mai a trovarmi,

considerato che,

da quando ho ricevuto le rose,

sto ancora correndo via.

 

P.S: Attento alle spine!

 

 

Red Velvet

Giugno 2016

©Alessia Luongo Di Giacomo

 

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