
Storia e immagini. Migrazioni e sentimenti.
La mostra di Elena Chioccarelli Denis
Curata da Valeria Cerabolini e Maria Grazia Vernuccio
MyOwnGallery/Superstudio Più via Tortona 27 bis, Milano
Dal 12 al 22 maggio 2022
C’è la famiglia con i suoi legami, c’è la guerra.
Ci sono luoghi, cambiamenti, partenze, ritorni, affetti. C’è un bagaglio immenso
– l’autrice stessa racconta –
dietro alle opere di VITA.
Il passato si traduce in appartenenza. Una poetica che cattura e commuove. Il titolo VITA restituisce il valore della comprensione delle radici. L’arte, con calviniana leggerezza mostra tocchi accennati che indicano un altrove.
La citazione a lato dell’opera Libera e Felice sintetizza un’attitudine tramandata dalla nonna: “Esco la mattina sola, in vestito di tela e sandali, giù per le valli nel profumo forte dei gelsomini, e guardo e godo e mi sento libera e felice!”.
L’opera è un’esplosione di azzurri e verdi, sullo sfondo di un paesaggio accennato.
Un moto dell’anima può indicare nuove strade da percorrere: quelle de Il Viaggio o Prigionia indicano che nulla è facile o scontato.
La colonna di donne dell’opera Esodo invece, non può non ricordarci la fuga delle ucraine o dei profughi siriani. Un passato che non passa.
Le vecchie lenzuola di lino, sono base e supporto dei dipinti; le “scatole viaggianti” contengono opere come Resilience, metafora di qualcosa da cui non volersi mai separare. Da portare sempre con sé, anche nella lontananza, che in un mondo sempre più smaterializzato, ci ricorda la concretezza del nostro esistere e il valore della testimonianza.
La memoria diventa così non retorica citazione, ma predisposizione, in un mondo ridisegnato da una geografia emozionale che indica nuove mappe del reale. Ecco lo svelarsi di un senso profondo dell’autrice: mostrare il filo che racconta gli sradicati, i feriti, quelli che si sono smarriti e coloro che sono stati umiliati dalle atrocità.
L’arte di Elena Chioccarelli Denis ci dice che dalla sofferenza si rinasce (quante volte sei rinato, tu che leggi?) che incidere, scolpire e dare forma ai propri ricordi è una via d’uscita. L’arte come cura, mezzo per guardare avanti, linguaggio universale per raccontare e raccontarsi, ritrovare quell’umanità in cui credere ancora e dare VITA alla VITA.
Si tratta circa di sessanta lavori: tele, sculture, installazioni e una galleria di immagini d’epoca; la ricerca personale scaturisce dalla storia familiare; sullo sfondo l’Italia della prima metà del secolo scorso che riemerge e prende forma nel presente attraverso figure eteree, come a volersi scrollare di dosso un fardello pesante, per conquistare una contemporanea universalità.
Una storia condivisa da molti italiani, quella del nonno di Elena, zoologo-esploratore, inviato in Etiopia come esperto di fauna africana, espatriato nel 1938 con la moglie e i loro cinque figli in pieno colonialismo italiano.
La guerra li separerà.
Il nonno resterà prigioniero in Africa fino al 1946, la nonna verrà rimpatriata con i figli a bordo di quelle che vennero chiamate le “navi bianche” della Croce Rossa, operazione umanitaria che riportò in Italia donne, bambini e feriti.
Tracce di ciò che è stato, segni legati al nostro presente.
C’è luce nelle creazioni. Ci sono mappe immaginifiche (Cartografie I e Cartografia II), percorsi dell’anima (Cammino), esplosioni di pura gioia (Libera e felice). Ci sono i grandi alberi (Vita I e Vita II) che si mostrano nel loro farsi corteccia e rami, partendo dalle radici.
Pagine zeppe di ricordi, di amati perduti e mai scordati (piove sul bagnato), di crolli e di ricostruzioni. Melanconia e speranza.
Gli orizzonti ammaliano quando le campiture di colore si allargano liquide sulla tela, commuovono quando si fanno più minute e più precise. Le foto, i video che accompagnano la mostra, rammentano la stessa come sia nata: dal ritrovamento dei diari e delle lettere del nonno.
Elena approfondisce, amplia, ordina, metabolizza e rielabora un racconto tramandato da due generazioni.
È naturale per lo spettatore, restare coinvolti da questa sequela di antiche memorie e moderne trasposizioni, coglierne il dato sentimentale, l’amore che le pervade e la grandezza che ne scaturisce, drammatica e calma, in pace, come se il tempo vi avesse steso un velo sopra, attutendo la sofferenza.
(Guarda video)
L’artista
Elena Chioccarelli Denis è nata a Roma. Vive e lavora tra Roma e Losanna. Pratica un’arte “plastica” che impiega diversi materiali e tecniche miste. Ha alle spalle numerose mostre. Espone per la prima volta a Milano.