VITRARIA Glass +A Museum
Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960, Venezia
Apertura al pubblico 8 febbraio – 12 aprile 2015
Da Pablo Picasso a Jeff Koons, da Louise Bourgeois a Damien Hirst, da Lucio Fontana a Anish Kapoor. Sono solo alcuni degli oltre cento nomi dell’arte moderna e contemporanea riuniti assieme per svelare un proprio volto meno noto, quello di artisti di gioielli: le creazioni hanno la valenza di sorprendenti opere.
Dopo aver fatto tappa a Roubaix, New York, Atene, Valencia, Miami e Seoul, l’incredibile collezione raccolta negli anni da Diane Venet, parigina di origine e newyorchese d’adozione, arriva per la prima volta in Italia.
Centosessantuno gioielli, la collezione al completo, con alcune opere mai esposte prima, che raccontano un approccio all’arte differente dal solito, trasformando il piano nobile del suggestivo VITRARIA Glass +A Museum.
VITRARIA Glass +A Museum è il museo che ha aperto le porte a settembre 2014 nel cuore di Venezia, situato all’inizio del “museum mile” tra l’Accademia e le Zattere.
VITRARIA Glass +A Museum ha un approccio interdisciplinare dove “Glass” esprime l’obiettivo tematico che pone al centro il vetro, attraverso le contaminazioni di questo elemento con l’arte, il design, l’architettura, le nuove tecnologie, la moda… e “+A” enuncia l’aspirazione del Museo ad allargare la propria ricerca, permettendosi un’area di libertà espositiva e proponendosi come piattaforma di incontro e scambio per artisti, designer, industria creativa.
Precious rientra dunque nella vocazione “+A” di VITRARIA, che esprime con questa sua seconda mostra la propria libertà di esplorare l’“Altro”, investigando, in questo caso, un’ arte applicata come l’oreficeria – affine all’arte vetraria.
Gioielli che sono spesso pezzi unici, edizioni limitate che rimangono nei tratti distintivi inequivocabili e riconducibili alla cifra stilistica di ciascun maestro.
Ogni gioiello/opera d’arte da indossare, racchiude in sé una storia, ed è stato realizzato dall’artista pensando ad una particolare persona: è forse proprio questo aspetto intimo a renderlo ancora più affascinante.
Il doppio significato di questa mostra inizia proprio dal suo titolo: Precious non solo perché si fa riferimento a oggetti d’arte, ma anche ad opere che custodiscono un contenuto simbolico e personale forte; basti pensare ai ciottoli raccolti sulla spiaggia da Picasso e poi dipinti per Dora Maar, o ai pezzi di osso sui cui incise il ritratto di Marie-Thérèse.
(da sinistra: Giacomo Balla, Robert Indiana, Avish Khebrehzadeh, Roy Lichtenstein- courtesy Diane Venet collection)
È la stessa Diane Venet a raccontare che la sua collezione nacque il giorno in cui suo marito, l’artista francese Bernar Venet, le strinse attorno all’anulare sinistro un sottile bastoncino d’argento come anello di nozze, a cui sono seguiti spille e bracciali, ognuno corrispondente ad un nuovo concetto nella sua attività artistica.
(da sinistra: Jeff Koons, Jannis Kounellis, Frank Stella, Kader Attia – courtesy Diane Venet collection)
La collezione è cresciuta nel tempo, chiamando a raccolta amici ed artisti quali César, che ha compresso ciondoli della famiglia Venet per dare a questi nuova vita, o Chamberlain, che ha donato a Diane il suo primissimo gioiello, una spilla in alluminio accartocciato e verniciato.
È capitato che gli artisti abbiano rifiutato la richiesta: solo per cimentarsi nella sfida in un secondo momento, come nel caso di Frank Stella.
Molti gioielli sono arrivati dopo indagini, incontri, viaggi intrapresi per scovare pezzi rari. Ogni gioiello, scrivevo, racchiude in sé una storia; tutti, sono il risultato di un intreccio tra storie di vita e storia dell’arte.
DIANE VENET
Nata da una famiglia di collezionisti, negli Anni ’80 si è trasferita a New York col marito, lo scultore Bernar Venet, lavorando assieme a lui per l’ideazione e organizzazione di mostre in tutto il mondo.
Nel 2011 è stata ospitata al MAD di New York, nel 2012 al Benaki Museum di Atene e all’Istituto IVAM di Valencia, nel 2013 al Bass Museum di Miami e nella importante sede di Hangaram Design Museum di Seoul. Madame Venet collabora da sempre con importanti collezionisti e mercanti d’arte.
VITRARIA GLASS +A MUSEUM
La sede permanente di Palazzo Barbarigo Nani Mocenigo, già dimora del doge Agostino Barbarigo e antico “museo” della collezione archeologica della famiglia Nani dona nuovamente luce all’identità tracciata in filigrana in un luogo dove la cultura possa intraprendere percorsi nuovi per generare un processo di ricerca attraverso il quale stabilire relazioni e possibilità ancora inesplorate.
Alcuni cenni storici: il palazzo è stato costruito a partire dalla seconda metà del XV secolo dal Doge Agostino Barbarigo, che lo lasciò in eredità alle due figlie a condizione che si dividessero il palazzo in due appartamenti: questo pare essere il motivo per il quale il palazzo è dotato di due “piani nobili”.
Il ramo della famiglia Barbarigo si è estinto e le figlie si sono sposate con discendenti della famiglia Nani. Il palazzo è stato della famiglia Nani per 500 anni fino a che una discendente si sposò con la famiglia Mocenigo nell’Ottocento prendendone il cognome.
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