E l’Alleria se ne va

La notte tra il 4 e il 5 gennaio 2015, la notte scorsa, stroncato da un infarto,
è morto il cantautore Pino Daniele.

Appresa la notizia, ho sperato fosse una bufala: saranno stati gli juventini -mi sono detta- hanno montato ad arte questo scherzo di pessimo gusto. Sono stati loro, per via della Supercoppa, una vendetta senza stile; vedrai, è andata in questo modo -ho continuato, ormai convinta- ti pare che Pinuccio…? Maddai.

imageInvece era vero.
È
maledettamente vero.

“A mort nun guard ‘nfacc a nisciun, è ‘na livella”.

Così,
(le cose tremende succedono spesso con dinamiche impreviste e in tempi inaspettati)
l’inesorabile fine della vita ci priva della tua Presenza,
delle tue creazioni future.

Mi mancherai Pino, mancherai alla tua, alla nostra città;
ci hai reso fieri, hai riempito i cuori,
hai insaporito con poesia e sentimento ogni canzone.
Non basta immaginare che tu ora sia Energia nell’ Universo, per trovare conforto,
né saperti con l’impareggiabile amico Massimo.
Non c’è alcuna consolazione.
Solo le canzoni -che dote massiccia e importante ci lasci-
potranno lenire il dolore, fortificando in compenso il dispiacere.

Ci vuole poco, Pino, per chiamarti AMORE, perché sei un grande amore, un amore profondo, intenso.

Ci sei sempre stato.
Colonna sonora delle cotte adolescenziali e di quelle che sono seguite.

In ogni fase, in quella dell’innamoramento, della cieca felicità, poi, nella fase finale, quando il sentimento, come un supereroe voltagabbana, si trasformava:
c’eri tu.
Ci sei stato anche dopo.
E ci sei oggi.

Grazie Pino.
Hai reso più ricca la storia personale di chi te lo ha permesso, ascoltandoti.
Hai tracciato una strada e tenuto per mano le emozioni.
Hai intessuto la percezione della realtà con fili invisibili, magici.

Grazie per le lacrime
e grazie per i sorrisi,
ogni volta che incontro amici nordici e mi dicono:
-Uè Uè Napul’ è-
io rido.

L’ Alleria se ne va Pino, la porti con te,
oggi è un giorno buio, pure a Napoli.
Ce li lasci dentro, i mille colori.

Qualcosa arriverà:
con la tua dipartita, una consapevolezza
-sei eterno.

-Ma chill’ già era eterno, nun c’ stev’ bisogn’ ca’ murev’-
Obietterà qualcuno tra voi.

È vero pure questo. Appropriata obiezione.

Grazie Pino, grazie per avermi permesso di essere intensamente e insensatamente felice, riflessiva e nostalgica,
SOLO con La Tua Musica.
Grazie per aver curato i sogni romantici, grazie per la tua inconfondibile Voce, che nasceva, dal CUORE.

Come avresti potuto lasciare questo mondo,
senza che fosse LUI a buttare giù l’ultima carta?
Niente succede per caso:
visto che il cuore lo hai messo dappertutto,
si è usurato,
e alla fine non ha retto.

Grazie per il cuore dunque.

Ti terrò con me, sempre, come un microchip sottocutaneo,
di più:
il tuo corredo di note si è rivelato custodia per l’anima,
e lì ti terrò
-in zona Anima.

Buon viaggio Pino.
Tu si,
tu o ‘ssaje, comme fa ‘o core.

(A.L.D.G)

 

 

 

 

 

 

 

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